L’operazione eseguita ieri da una squadra del Corpo forestale, a seguito di un’ordinanza della Provincia Autonoma di Trento
E’ stato abbattuto, nel pomeriggio di ieri, l’orso M90.
Il plantigrado, il 28 gennaio, aveva seguito una coppia a Mezzana, in Val di Sole. L’abbattimento, nella valle trentina, è avvenuto poche ore dopo il decreto firmato la mattina di martedì 6 febbraio dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, che ha incaricato il Corpo forestale di identificare l’esemplare e abbatterlo.
L’animale è stato identificato mediante l’osservazione del radiocollare e delle marche auricolari.
Le associazioni animaliste annunciano battaglia
“Abbiamo sperato fino all’ultimo in un ripensamento, in considerazione della speciale protezione di cui gode la specie anche a livello europeo e nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione che tutela la biodiversità, ma il presidente Fugatti è stato sordo anche alle istanze dell’opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali”, informa in una nota, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che annuncia l’intenzione di chiedere l’accesso agli atti per conoscere i dettagli della vicenda e per sapere come è stato eseguito l’abbattimento.“Una politica miope e nemica degli animali quella della Provincia di Trento, che non tutela la biodiversità”, afferma Oipa.
La Lav – Lega Anti Vivisezione interviene per rilevare come i tempi ristretti tra la pubblicazione del decreto e l’uccisione dell’esemplare, un giovane orso di appena 3 anni da poco indipendente dalla madre, non abbiamo permesso di effettuare il ricorso. “Ci è stato impedito di difendere M90 ricorrendo al Tar contro la sua condanna a morte, ma non ci fermeremo di fronte agli ammazzaselvatici. Siamo già al lavoro per ottenere giustizia per M90 e tutti gli altri orsi casualmente trovati morti dopo le condanne di uccisione” ha reso noto Massimo Vitturi, responsabile area selvatici dell’associazione animalista.
La presidente nazionale di Enpa – Ente Nazionale Protezione Animali, Carla Rocchi, in un comunicato, esprime “orrore, sgomento e profonda indignazione”, evidenziando come l’ente intraprenderà “tutte le azioni necessarie affinché il presidente della Provincia di Trento renda conto delle sue decisioni in tutte le sedi appropriate, italiane ed europee, tribunali compresi”. Rocchi parla di “esecuzione di M90, un animale che, lo ricordo, non ha mai torto un capello a nessuno. L’orso era radiocollarato, quindi facilmente individuabile, ed è stato freddato poche ore dopo l’ordinanza di morte firmata dall’ursicida Fugatti. M90 è stato giustiziato sul posto, senza alcuna possibilità di appello, quella che in genere viene concessa a tutti i condannati. Una dimostrazione di spietatezza che fa rabbrividire”.
Manifestazioni di protesta
Dopo l’uccisione dell’orso M90, gli attivisti della campagna StopCasteller ricordano che sabato 10 febbraio a Trento si terrà una manifestazione nazionale contro quella che definiscono una “gestione sanguinosa” dei grandi carnivori in Trentino.
Nel frattempo, Centopercentoanimalisti ha annunciato una manifestazione davanti al Centro di recupero per la fauna alpina al Casteller, a Trento, sabato 2 marzo, con partenza alle ore 14 dalla stazione di Villazzano.
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin: “L’abbattimento non può essere l’unica soluzione”
“La soppressione non può essere l’unica alternativa. Se quanto fino ad oggi messo in campo con la provincia di Trento non è stato sufficiente, l’impegno – da parte di tutti – deve essere quello di moltiplicare gli sforzi per individuare ogni soluzione possibile a garantire una convivenza pacifica nei territori. Ho nuovamente mobilitato tutte le strutture che fanno capo al Ministero per definire una strategia tempestiva in cui l’abbattimento debba essere davvero la soluzione estrema”. È quanto dichiara il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin (Fonte: Ansa).