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11 Luglio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Troppo caldo sul Nanga Parbat: Confortola e Vielmo rinunciano, e così altri team

Nanga Parbat, estate 2022. Fonte Marco Confortola facebook

Aggiornamenti dal Nanga Parbat

Sul Nanga Parbat, le alte temperature hanno reso troppo pericolosa la progressione. La maggior parte  degli alpinisti rimasti, per lo più non utilizza O2 supplementare.

Durante l’ultimo tentativo di vetta, alcuni hanno rinunciato già al Campo 1. Altri, come Juan Pablo Toro e Matías Erroz “Matoco” (Argentina), hanno rischiato, spingendosi più in alto, facendo i conti con  la continua caduta di sassi sulla Kinshofer. Alla fine, sono riusciti a  raggiungere il Campo 3.

Lì, anche una squadra di quattro sherpa e un cliente, tutti con ossigeno supplementare, hanno rinunciato al tentativo di vetta a causa della roccia nuda e del ghiaccio duro e vecchio nelle sezioni superiori. Poi è iniziato a nevicare intensamente.

“La decisione è stata facile”, ha riferito Toro. “Siamo tornati al campo base dopo una discesa epica, con rocce che ci piovevano addosso e neve fresca che si staccava mentre ci calavamo”.

Marco Confortola e Tunc Findik hanno vissuto un’esperienza simile. Sono ritornati al CB dopo aver recuperato il loro materiale da Campo 1. Di seguito, il video pubblicato dall’alpinista valtellinese: “Nonostante fossimo ben acclimatati, decidiamo di tornare”, spiega Confortola, che saluta il Nanga senza averlo scalato fino in cima. Di seguito, il video pubblicato sui suoi canali social:

Secondo Findik, la causa è in parte dovuta all’arrivo del monsone che, anche se colpisce a malapena il Karakoram, ha un impatto sul Nanga Parbat. Lo scalatore turco avrebbe voluto iniziare la sua spedizione prima, ma problemi con il visto hanno ritardato il suo arrivo in Pakistan.

Anche Mario Vielmo e Tarcisio Bellò rinunciano:

“Comunico con molto dispiacere ma con nessun rimpianto la chiusura della spedizione al Nanga Parbat – scrive Vielmo –  Era tutto pronto, campi montati e acclimatazione conclusa con in arrivo la finestra di tempo abbastanza buona per il tentativo di vetta fissato l’ 12 luglio.
Purtroppo ieri abbiamo valutato la pericolosità della salita anche in base alle raccomandazioni di chi è sceso dall’ ultimo tentativo di vetta, senza successo: “Attenzione la parte bassa della Kinshofer è diventata una roulotte russa”. Il troppo caldo con zero termico a 6500m ha reso il canale uno scivolo di ghiaccio vivo e ora pericolosissimo per le continue scariche di sassi di ogni dimensione e a qualsiasi ora, anche di notte. Alcuni sono stati colpiti fortunatamente senza grosse conseguenze.
Noi siamo dalla parte della prudenza e non della follia. La montagna ha cambiato volto, ora non vuole nessuno e noi la rispettiamo.
L’incolumità prima di tutto, dei miei compagni di scalata, Tarcisio, Nicola, Ali Musa e la mia. Il Nanga Parbat rimane qui e il nostro sogno di scalarlo tornerà a casa con noi.
Ora i nostri pensieri e le nostre preghiere vanno a tutte le vittime della Marmolada.
All’amico Paolo Dani con il quale ho trascorso dei momenti indimenticabili durante il corso Guide. Ciao caro Paolo. RIP”.

Nanga Parbat. Foto Mario Vielmo facebook

Khoo Swee Chiow (Singapore) è rientrato al campo base dopo un tentativo fallito di vetta e probabilmente ritornerà a casa.

Si attendono aggiornamenti da Sophie Lavaud e Dawa Sengay Sherpa

 

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Non si sa se qualche alpinista voglia rimanere ancora sul Nanga Parbat per un altro tentativo. In caso contrario, il prossimo gruppo che arriverà al Campo Base sarà quello di Mingma G (team Image Nepal), ad agosto.

Le alte temperature hanno  reso le condizioni più difficili anche sul
Broad Peak dove la scorsa settimana ha perso la vita Sharif Sadpara.