Ultima possibilità per l’alpinista sudcoreano sulla parete Sud
La stagione alpinistica himalayana volge al termine. Molti degli alpinisti che quest’anno si sono imbarcati in nuove imprese hanno fallito e chiuso le loro spedizioni, tra questi Topo Mena e Cory Richards sulla Nord dell’Everest, Adam Bielecki e Felix Berg sul Langtang Lirung e Annapurna, Peter Hamor e altri su Dhaulagiri. Tranne uno: Hong Sung-Taek, che ha iniziato il suo ultimo tentativo sulla parete Sud del Lhotse.
L’alpinista sudcoreano e il suo team, negli ultimi due mesi hanno montato cinque campi, prima di tentare per la prima volta la vetta la scorsa settimana. Vento, neve e soprattutto una valanga che ha quasi travolto gli alpinisti vicino a Campo 3, hanno ostacolato la squadra che si è ritirata dopo aver raggiunto i 7.700 metri di quota, tra C3 e C4.
“Non c’è nulla di più importante dell’essere vivi”, aveva postato il 26 maggio dal CB, l’albanese Uta Ibrahimi, tra i membri della spedizione. “Non l’ho capito, fino a quando non mi sono trovata di fronte alla morte… Ho fatto parte della spedizione alla Sud del Lhotse per quasi 2 mesi, e lo ricorderò finché vivrò. La Sud del Lhotse è considerata una delle vie più difficili del mondo. Siamo saliti fino a 7.700 metri, ed è ancora difficile per me comprenderne l’immensa difficoltà…Purtroppo, ammetto che scalarla in questo periodo non è possibile. ..Madre natura e la via ci hanno respinti..”
Uta Ibrahimi aveva anche confermato nel post: “Il leader Sung Taek Hong tenterà solo con 5 Sherpa …”
Secondo quanto riportato su Explorersweb, secondo alcune stime, Hong Sung-Taek (classe 1966), e i cinque alpinisti Sherpa potrebbero raggiungere la cima entro il 2 giugno.
Per il sudcoreano si tratta del sesto tentativo sulla stessa parete: nel 2017, rinunciò a 200 metri dalla cima.