Hoachwool: una ferrata impegnativa, di stampo alpinistico.
Zona: Naturno (BZ) – Alpi Retiche Meridionali – Gruppo di Tessa – Ferrata Hoachwool
Difficoltà: D
Posteggio più vicino: presso “Bottega dei Contadini” sotto Castel Juval (46.6481114 , 10,9779124)
Tempo di avvicinamento: 30′
Durata: 3h ca
Dislivello: 570 m
Periodo consigliato: tutto l’anno anche se sconsigliata l’estate
Una giornata primaverile e tanta voglia di scalare. Queste le prerogative che ci hanno portato a salire assieme all’alpinista e Guida Alpina Roberto Jacopelli la via ferrata Hoachwool. Roberto ci ha parlato della sua gioia nell’accompagnare i clienti alla scoperta di nuovi angoli montani impregnati di storia e vissuti in tempi ancora lontani da quelli alpinistici moderni, come lo è questa splendida e impegnativa ferrata che ripercorre in parte un’antica linea idraulica sospesa sulla roccia.
“Hoachwool”, nome alquanto curioso. Tradotto in italiano significa “roggia alta”.
La Hoachwool era una linea idraulica sospesa sulla parete che era stata costruita verso la metà dell’ottocento per prendere l’acqua dalla Val Senales e portarla nei campi a mezzacosta della Val Venosta, una zona questa molto secca. Un lavoro incredibile fatto dai contadini, che non erano affatto degli alpinisti e che hanno infisso nella parete dei lunghi fittoni in ferro che sostenevano delle canalette costruite in legno. La ferrata ad un certo punto va ad intersecarsi con quella che potremo definire oggi quella che fu ai tempi “ingegneria acrobatica”.
Quali le peculiarità di questa ferrata?
Inizio col dire che la Hoachwool è stata ideata e costruita da un mio collega e amico, la guida alpina Ludwig Gorfer in collaborazione con l’AVS di Naturno. E’ una ferrata recentissima che ha preso vita all’incirca sei anni fa. La via è molto atletica e lunga, contraddistinta da un lungo ponte tibetano che attraversa la valle. Credo sia il più lungo tratto sospeso esistente nelle alpi orientali in quanto misura più o meno una sessantina di metri.
A chi la consiglieresti?
La ferrata è impegnativa. Bisogna fare attenzione alla lunghezza e la parte più difficile e atletica si trova nella sua parte superiore. Non c’è quindi da meravigliarsi se in alcuni casi sono stati effettuati dei recuperi in parete per degli alpinisti in evidente difficoltà e non più in grado né di proseguire né di scendere. Il percorso fa parte delle ferrate difficili ed è consigliata a chi ha già esperienza in quanto lunga e sempre o quasi di difficoltà sostenuta. All’arrivo in vetta ci si può rigenerare in un maso assaggiando le prelibatezze culinarie alto-atesine e scendere comodamente in funivia o in alternativa seguendo il sentiero n. 10 in circa un’ora.
Quale il periodo ideale?
Non è assolutamente indicato salire la ferrata nel periodo estivo. L’esposizione della stessa a sud fa si che sia sempre e completamente al sole. Indicati sono invece i mesi primaverili e quelli autunnali, talune volte con il bel tempo la si può salire anche d’inverno.
Quali i motivi per stimolare gli alpinisti a percorrere questa ferrata?
La via è stata sviluppata con un’ottica moderna. E’ molto varia con dei traversi, degli strapiombi e dei punti un po’ difficili alternati a dei punti facili dove si può procedere in scioltezza. L’ambiente è poi stupendo, all’ingresso della Val Senales con il panorama sulla Val Venosta e su Castel Juval, uno dei manieri fatti rinascere da Reinhold Messner che tra le altre cose si dice essere stato avvistato, qualche anno fa, proprio mentre percorreva la ferrata stessa. Ma questa è forse una “leggenda metropolitana”!
Contatti Guida Alpina
ROBERTO JACOPELLI
Via Rovigo 8 – 39100 Bolzano (BZ)
Cell. 328 3583653
Mails: roberto.iacopelli@gmail.com – roberto.iacopelli@icloud.com
Sito: www.discoverydolomites.com
Massimo Dorigoni – Mountainblog.it