Quali saranno le principali destinazioni delle avventure estive? Quali paese hanno aperto i loro confini?
I paesi di tutto il mondo sono ancora impegnati nella lotta contro il COVID-19, seppur in fasi diverse. Alcuni sperano di aver già raggiunto il picco, altri si stanno cautamente attivando dopo il lockdown e altri ancora si preparano a una seconda ondata di contagi.
Allora, quali sarano le principali destinazioni per gli amanti dell’avventura nelle prossime settimane? Saranno organizzate delle spedizioni prima del 2021? Quali sono i paesi che permettono l’ingresso ai viaggiatori internazionali?
La situazione, al momento, si presenta così…
Pakistan
Teoricamente, il Pakistan è aperto ai turisti. Il governo pakistano ha infatti revocato quasi tutte le restrizioni attuate per contrastare il Coronavirus, principalmente per evitare un tracollo economico, e ha dichiarato che il Paese apre al turismo. Solo cinema, teatri e scuole rimangono chiusi.
Il governo ha annunciato anche l’apertura ai voli internazionali, con l’intento di rilanciare un’economia in crisi; tuttavia le speranze di recuperare la stagione alpinistica estiva del Karakorum sta svanendo rapidamente.
E’ probabile che anche in autunno, pochissimi alpinisti e trekker stranieri si dirigano verso le regioni montuose del nord del Pakistan. Il rischio contagi è ancora troppo alto.
Nepal
Il Dipartimento per l’Immigrazione del Nepal (DOI) ha ripreso ad erogare servizi dal 15 giugno, sebbene i voli internazionali regolarmente programmati, rimangano sospesi fino alla mezzanotte del 5 luglio e, per il momento, non abbia fornito nessuna ulteriore informazione sulla riassegnazione dei visti turistici dall’ultimo aggiornamento del 16 giugno. Come il Pakistan, il Nepal sembra impaziente di ri-accogliere turisti prima possibile.
Il più grande operatore nepalese Seven Summits Treks se la situazione lo consentirà intene programmare spedizioni su Everest e Manaslu, Dhaulagiri e Cho Oyu per l’autunno, ma la domanda è: “chi ci andrà?”.
Le agenzia di viaggio europee in Nepal si stanno già concentrando sulla primavera del 2021, poiché i loro clienti eviteranno viaggi a lunga distanza quest’anno, a causa della pandemia.
Il lockdown il Nepal è stato allentato in aree a basso rischio il 15 giugno, mantenendo chiusi cinema e centri commerciali. Tuttavia il 19 giugno il governo ha deciso di inasprire nuovamente le restrizioni con un coprifuoco notturno in tutti i 77 distretti del Nepal, per un improvviso aumento dei contagi.
Il Kathmandu Post ha segnalato ieri 23 giugno il 24mo decesso e 538 nuovi casi Covid-19 nelle ultime 24 ore, per un totale di oltre 10.000 contagi nazionali.
India
In India la situazione sembra ancora fuori controllo. Il governo preme per un ritorno progressivo alla normalità, malgrado l’aumento preoccupante dei contagi nelle ultime 24 ore. Sarebbero oltre 450.000 i casi confermati.
L’India è diventata la sesta nazione con il maggior numero di contagi, che continuano a crescere rapidamente.
Cina
In Cina le autorità sanitarie hanno annunciato 26 nuovi casi di Covid 19, mentre a Pechino continua la lotta contro il nuovo focolaio scoppiato nel più grande mercato alimentare della città. Tra i nuovi casi di contagio, 22 sono stati confermati proprio nella Capitale e altri tre nella vicina provincia di Hebei. Un caso ‘importato’ è invece stato rilevato nella provincia sudorientale di Fujian. Dall’11 giugno, i casi di contagio registrati sono stati 227, molti legati al focolaio nel mercato di Xinfadi, a Pechino.
Le autorità hanno imposto rigide misure di contenimento alla popolazione, isolando interi quartieri, effettuando test di massa e imponendo la chiusra delle scuole e lo stop a tutti i viaggi non necessari.
Finora i casi di Cornavirus confermati nel Paese sono più di 93.000.
America Latina
Il bilancio dell’epidemia di Covid-19 ieri ha superato quota 100.000 morti in America Latina e nei Caraibi, più della metà delle quali in Brasile, secondo dati
forniti dall’AFP. Il Brasile, risulta il secondo Paese al mondo più colpito dopo gli Usa.
In Brasile si contano oltre un milione di contagi, e più di 50 mila decessi una realtà disdegnata solo dal presidente Jair Bolsonaro che continua a incoraggiare in modo sconsiderato la ripresa delle attività e la riapertura.
In seconda e terza posizione restano il Perù (oltre 260.000 casi e oltre 8.400 decessi) e il Cile (oltre 250.00 e oltre 4.500 decessi). Seguono Messico (oltre 191.000 casi e oltre 23.000 decessi) dove le misure adottate non sembrano sufficienti a contenere la pandemia, Colombia (oltre 73.000 e oltre 2.400 decessi), Ecuador, Argentina e Rep. Dominicana. (Fonte)
Africa
La Tanzania è uno dei pochi paesi africani che non ha adottato misure massicce contro il virus. L’8 giugno, il presidente John Magufuli ha dichiarato la Tanzania libera dal Covid-19 e ha annunciato la riapertura di tutte le scuole il 29 giugno oltre a locali notturni, luoghi di culto e di tutte le altre attività sospese con la pandemia. In Tanzania, l’alta stagione è da luglio a ottobre, ma si prevede una riduzione del 76% dei turisti per il 2020. Il paese consente voli internazionali dal 18 maggio e non richiede la quarantena ai visitatori all’arrivo, solo il controllo delle temperature in aeroporto, park gates e hotel.
Il Kilimangiaro è aperto e gli operatori hanno iniziato a pubblicizzarne i tour, sebbene le agenzie avvisino che i voli internazionali potrebbero essere cancellati a causa della carenza di passeggeri.
I contagi in Kenya sono in costante aumento. Il governo ha chiuso alcune contee tra cui la capitale Nairobi e imposto un coprifuoco notturno per contenere i contagi. La sospensione dei voli internazionali è stata prorogata di 30 giorni in data 6 giugno.
Il Monte Kenya, pertanto, rimane chiuso, ma si vede da Nairobi!
Una foto scattata il mese scorso da Osman Siddiqi, residente a Nairobi, mostra l’One Africa Place, un grattacielo di vetro a forma di proiettile, incorniciato dalle cime frastagliate e innevate del Monte Kenya, a 85 miglia di distanza, che molti residenti hanno affermato di non aver mai visto dalla capitale. Come l’Everest, ritornato visibile da Kathmandu.
Il numero di casi confermati di COVID-19 in tutto il continente africano ha superato i 300.000 contagi e le 8000 vittime, secondo quanto reso noto da Africa CDC (Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie). I paesi più colpiti sono attualmente Sudafrica, Egitto, Nigeria, Ghana, Cameroon e Algeria.(Fonte)
Stati Uniti
Gli Stati Uniti guidano la triste classifica mondiale dei contagi COVID-19, con 2.289.168 casi e un bilancio di 120.044 vittime (Fonte), eppure alcuni stati stanno riaprendo. Ad esempio, lo Stato di Washington, entrato nella seconda fase del suo programma Safe Start, che consentirà agli scalatori statunitensi di tornare sul Mount Baker.
I parchi nazionali di tutto il paese stanno riaprendo gradualmente. Per sapere se uno specifico parco è aperto, è possibile consultare il sito web del National Park Service.
L’Alaska attualmente non limita il commercio, movimenti o grandi assembramenti. Secondo quanto riportato sul sito web del governo, “I viaggi nello stato sono consentiti a tutti gli effetti anche se le comunità locali possono applicare proprie norme per i viaggiatori.”
Al momento, gli Stati Uniti restano chiusi ai visitatori internazionali, senza previsioni di riapertura immediate.
Canada
Come negli Stati Uniti, le restrizioni in Canada cambiano da provincia a provincia. Le province sul mare hanno istituito checkpoint di frontiera per limitare i movimenti, mentre in altre province il movimento è illimitato (anche se a volte scoraggiato). Negozi, ristoranti, hotel, ecc. sono stati riaperti, nel rispetto delle norme igieniche e del distanziamento sociale.
Parks Canada ha annunciato la riapertura dei camping dal 22 giugno in “determinati parchi nazionali e siti storici in tutto il paese”, inizialmente solo per i visitatori con prenotazioni effettuate. Nelle prossime settimane Parks Canada accetterà gradualmente nuove prenotazioni online.
Alcuni parchi, tra cui Banff, sono già aperti, altri come il Gwaii Haanas, rimangono chiusi. Chiusi anche i parchi più a nord, nello Yukon, nei Territori del Nordovest e nel Nunavut. Altri, come Auyuittuq a Nunavut, non saranno accessibili almeno fino al 31 agosto. Entrare nel parco prima di allora potrebbe costare una multa fino a $ 100.000!
Chi volesse raggiungere l’Artico canadese, fuori dei parchi nazionali, sappia che avrà bisogno di tempo e denaro. Per coloro che raggiungeranno in aereo Nunavut è obbligatorio sottoporsi prima a un test COVID e poi una quarantena di 14 giorni in uno dei quattro hotel selezionati dal governo. I prezzi degli hotel, nei piccoli villaggi di Nunavut, spesso si aggirano intorno a $ 400 a notte.
Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda, che aveva cantato vittoria contro il coronavirus, in settimana ha registrato tre nuovi casi Covid, portando il primo ministro Jacinda Ardern a parlare di “inaccettabile fallimento del sistema”.
Tutti e tre questi nuovi casi riguardano persone di ritorno dall’estero (due dal Regno Unito e una dal Pakistan). Tuttavia, il governo spera che i protocolli attuati per il contenimento del virus ne blocchino qualsiasi ulteriore diffusione.
Il paese è tornato in gran parte alla normalità. Aziende, scuole e persino stazioni sciistiche sono state riaperte. Sono inoltre ripresi alcuni voli internazionali, che principalmente consentono ai cittadini bloccati all’estero di tornare a casa. I turisti che arriveranno nel paese saranno probabilmente sottoposti a una quarantena di 14 giorni.
Giappone
Il Giappone ha registrato 17.628 contagi COVID confermati al 17 giugno (il picco di casi giornalieri è stato raggiunto a metà aprile). Il lockdown non è mai stato attuato in Giappone, anche se durante l’emergenza il governo ha chiesto di ridurre i contatti sociali e di evitare viaggi all’interno delle province, limitazioni già revocate da settimane.
La situazione inerente le attività outdoor rimane ambigua. Il Mt. Fuji è ufficialmente chiuso e una parte di rifugi di montagna prevedono di riaprire a luglio.
Sono ripresi anche alcuni voli internazionali per Tokyo, ma è in vigore una quarantena di 14 giorni per tutti i turisti.
Unione Europea
I tassi di contagi da COVID-19 stanno finalmente diminuendo in gran parte dell’Europa e il lockdown si sta allentando.
L’UE prevede di riaprire completamente le frontiere interne alla Comunità entro la fine di giugno e di riaprire le frontiere esterne a luglio. L’Italia, colpita duramente durante la pandemia, è stata una dei primi paesi a riaprire i propri confini.
La maggior parte dell’Europa li ha riaperti, almeno parzialmente.
Poichè la situazione è in continua evoluzione, suggeriamo di consultare i canali ufficiali di Viaggiare Sicuri, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, prima di affrontare qualsiasi viaggio all’estero.