Siamo in viaggio in pullman per Puerto Natales. Assurdo quanto sia selvaggio il panorama che mi circonda.
Lasciata Punta Arenas, paesino di mare un pò trasandato, la strada abbandona la civiltà per addentrarsi in lande desolate. Il vento rende l’aria limpida e guardando il finestrino mi sembra di vedere uno schermo in hd. Praterie infinite e montagne lontano mi fanno sognare. Da bambino immaginavo la Patagonia, sognavo avventure incredibili e come per tanti altri posti di cui leggevo o sentivo racconti, mi promettevo un giorno di andarci. Promesse da bambino oneste ma grandi che spesso si perdono nel trascorrere del tempo.
E invece eccomi qua!
Questo paesaggio così essenziale mi porta a riflettere sulla vita. Sembra esserci solo natura e spontaneamente mi interrogo se sarei capace di vivere qua con poco o se le comodità dei giorni d’oggi mi hanno reso un pò schiavo. Credo non esista una semplice risposta ma sono uno a cui piace fantasticare e mi immagino disperso nel nulla ad affrontare chissà quali distanze lontano dalle comodità. Una parola mi martella la testa: essenziale! Mi accorgo che ogni tanto tiro fuori il telefono dalla tasca del pantalone con la sensazione che stia vibrando. Impossibile visto che qui non ho campo. Mi torna alla mente qualcosa che ho già vissuto in Nepal: a volte ciò che riteniamo indispensabile per vivere la vita poi non si dimostra tale. Ripongo il cellulare in tasca e provo un senso di gioia nel sapere che non avrò rete per i prossimi giorni. Finalmente mi disintossicherò un pò.
Immerso nei miei pensieri perdo il trascorrere del tempo e mi accorgo di non essere più padrone del momento presente quando Giulia mi scatta una foto.
Riconquisto l’attimo e subito il mio sguardo viene catturato da un animale che in un primo momento non riesco a identificare ma che di aspetto è molto simile allo struzzo: il Nandù con penne color grigio-marrone. Bellissimo!
L’autobus scorre veloce e quando arriviamo a Puerto Natales mi sembra di essere finito in uno di quei film americani: case basse, macchine sgangherate e un vento sostenuto ci danno il benvenuto.
Ci affrettiamo a raggiungere l’ostello che Giulia ha prenotato. Montiamo le tende ( eh si, in questo ostello si dorme fuori in tenda ): mi fermo a guardare come i bimbi siano contentissimi di questa avventura appena iniziata. E’ incredibile come con niente riescano a trovare il modo di giocare e divertirsi.
La giornata si conclude con una piccola passeggia per il paese accompagnati da un costante vento forte e una bella mangiata in un ristorante tipico del posto. Mare e Montagna e il trascorrere del tempo lento sono un incastro perfetto: mi sono già innamorato di questa terra.
Domani si parte finalmente per Torres del Paine.
“Fai la cosa giusta se la fai con mente, occhi ma soprattutto cuore. Vivi con passione la vita. Tutta quanta. ”
( to be continued.. )