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1 Maggio 2019

VIVE: una storia, un nuovo quadro, un amore

Esistono infinite tematiche, infiniti motivi per esprimerle e infiniti vettori.

Ho sempre dipinto e scolpito, ma in questo periodo ho deciso di parlarne, senza tenermi sempre tutto per me.

Coming out artistico …direi che io possa definirlo così.

Qualche settimana fa ho terminato una delle opere su richiesta, la commissione di una persona che voleva vedere ritratta la propria storia d’amore su una tela. Non voglio mettere l’immagine del quadro perché non sarebbe giusto, ma condividerne la genesi: questo si può fare.

…tutto è iniziato con un’idea e un po’ di pigmento. La richiesta era un dipinto su base porpora che, mediante due cuori, ritraesse la storia infinita di una coppia, un amore eterno tra due persone, una delle quali non è più.

Il diapason ha dato la sua vibrazione mediante la tinta, poi un po’ di studio sui due cuori, ed ecco che la percezione si distacca dalla realtà e il sentimento rompe il guscio e si materializza in tela.

Da qualche pennellata si svilupperà poi il quadro che chiamerò “Vive”

Non metterò da alcuna parte la sua immagine, ma ciò che segue, è stato il suo cartiglio.

 

Vive (Acrilico su tela, 50×70, Roccati 2019)

Cogito ergo sum.
“Penso quindi sono”. Basta davvero questo a determinare l’esistenza?
Forse, se potessimo davvero declinare una teoria della vita, dovremmo prima di tutto credere a un equilibrio diverso: “Sento, quindi sono”.
Qual è la massima espressione dell’esistere? Amare. Non innamorarsi, ma Amare.

L’Amore è grandioso, immenso, speciale, intenso, magico, ma davvero infinito?
Infinito è l’insieme di punti che fanno di una linea un cammino. L’Amore è Amare e non solo essere innamorati.
Sovente ho letto di artisti che cercarono la risposta allo spontaneo quesito in molteplici modi e la trovarono in ipotesi, nella spesso citata e conosciuta equazione di Dirac.
(∂ + m) ψ = 0 riporta il seguente concetto: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema”.

Non voglio entrare nel merito, ma prendere uno spunto e incendiarne la scintilla.

Ciò che mi è stato dato di sapere riguarda due cuori, un amore, l’astrattismo, una storia incantevole e il color porpora.

Così ho lasciato fluire il sentimento e l’espressione e ho trovato nel triangolo di Penrose, poi utilizzato da Escher, una risposta.

Il triangolo infinito.

Vi é la realtà: davvero noi sappiamo cosa possa essere e cosa rappresenti Essa e la verità in se stessa?

Non comprendiamo con certezza cosa possa essere la nostra esistenza, “dove” o “quando” sia, né se la nostra stessa esistenza esista.

Eppure “Sentiamo quindi siamo”. Allora ecco che a partire dalla città “Superba” di caruggi e creuze, in un luogo meraviglioso TraMonti sul Mare, senza dimensione e senza tempo, due cuori s’intrecciano e diventano un sistema unico, essi stessi infiniti, e di porpora si fanno veri.

L’astratto, che non è più tale, si fa materia intangibile, eppure più vera di qualsiasi cosa possa immaginarsi, perché viva e sensibile.

Ciò che è, non può esser cancellato e per sempre vive eterno in quel momento. In questo stesso momento, in quel momento vive.

 

In questa notte che volge all’inizio, questo quadro qui invisibile ho voluto ricordare.

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Christian Roccati