Il team italo-slovacco è in partenza per il campo base
Nives Meroi e Romano Benet, partiti due giorni fa dall’aeroporto di Lubiana alla volta del Nepal, sono arrivati a Kathmandu. Ad attenderli nella capitale nepalese, lo slovacco Peter Hámor, loro compagno di cordata nella nuova avventura himalayana.
I tre puntano allo sperone sud-est dello Yalung Peak (7.590 m) e, se sarà possibile la traversata, tenteranno l’inviolato versante sud del Kangbachen (7.902 m), la più occidentale delle cinque vette della terza montagna più alta del mondo, il Kanchenjunga.
Meroi e Benet hanno già tentato la sud del Kangbachen nel 2019 e, in quell’occasione, raggiunsero i 6.300 metri. “Nessuno prima di loro, e nessun altro dopo, è stato su quella parete, quindi sono gli unici ad avere informazioni precise su cosa ci aspetta… almeno fino a quella quota”, ha dichiarato Hamor alla stampa slovacca – Le informazioni di prima mano sono sempre migliori di quelle lette da qualche parte o delle immagini osservate attraverso i satellitari, che a volte creano piuttosto confusione. Quindi per me è un enorme vantaggio scalare con qualcuno che è stato fisicamente su quella parete…”
La squadra, procederà senza l’ausilio di ossigeno supplementare, in stile leggero, e senza il supporto di sherpa.
La spedizione italo-slovacca sta utimando i preparativi prima della partenza per il campo base, che allestiranno sul ghiacciaio dello Yalung, sotto la parete sud-est del Kangbachen. “Riusciremo a scalarlo e a toccare la vetta dell’inviolato Yalung? – scrive Hamor – Insieme a Nives e Roman lo speriamo, ma la vera risposta a questa domanda è ancora nel vento dell’Himalaya.”.
Le prime settimane saranno dedicate all’acclimatazione.