RIFUGI ALPINI IERI E OGGI. UN PERCORSO STORICO TRA ARCHITETTURA, CULTURA E AMBIENTE. IN MOSTRA A CUNEO
Dopo 27 tappe – in molte località alpine, anche svizzere, e in grandi città del Norditalia come Torino, Verona, Bologna, Sondrio e Belluno – la mostra itinerante “Rifugi alpini ieri e oggi. Un percorso storico tra architettura, cultura e ambiente” approda anche a Cuneo, nell’atrio del piano superiore del Palazzo comunale, dove sarà allestita dal 31 maggio al 7 giugno, nell’ambito delle iniziative legate al Cuneo Montagna Festival 2015.
La rassegna, curata dall’associazione culturale Cantieri d’alta quota, attraverso 64 teli di grande formato ripercorre nel tempo e nello spazio alcune tappe fondamentali della storia della costruzione dei rifugi e bivacchi sull’intero arco alpino, con una sequenza di suggestive immagini d’epoca e disegni, affiancati da recenti foto a colori d’autore.
Patrocinata da Club alpino italiano, Museo nazionale della Montagna Cai Torino, Biblioteca nazionale Cai, la mostra gode del sostegno di Ordine degli architetti di Udine (da dove è partita la tournée nel 2012), Club alpino svizzero, Accademia della Montagna del Trentino, Fondazione Courmayeur e Arca.
A Cuneo, la mostra è stata voluta grazie all’impegno dell’Uncem Piemonte e con il patrocinio del Comune, della Provincia e del Cai (associazione Alpi del Sole e sezione di Cuneo).
Quattro pannelli, realizzati con il contributo dell’Ordine provinciale degli Architetti, saranno dedicati a una selezione di una decina di significativi rifugi della Provincia Granda: dal Garelli al Giacoletti passando per il Pagarì, il Remondino, il Bozano, il Livio Bianco, il Migliorero, il Vallanta, il Quintino Sella, il bivacco Boarelli e il rifugio dell’Alpetto nel Comune di Oncino, primo rifugio in assoluto costruito dal Cai nel 1866 per agevolare la salita al Monviso.
L’inaugurazione della mostra, è avvenuta ieri 31 maggio, ed è stata introdotta da Luca Gibello, storico e critico di architettura, caporedattore de “Il Giornale dell’Architettura” ma anche appassionato alpinista, autore di “Cantieri d’alta quota.
L’associazione intende porsi come osservatorio e piattaforma d’interscambio per tutti coloro che operano in montagna, così come per coloro che la frequentano. “Tra le principali motivazioni che hanno portato alla sua costituzione – spiega Luga Gibello – vi è la consapevolezza che, al di là della loro primaria funzione di punto d’appoggio per l’accesso e la frequentazione dell’alta montagna, queste costruzioni costituiscono un importante patrimonio dal punto di vista storico e culturale che merita di essere a tutti gli effetti annoverato tra le eccellenze architettoniche e paesaggistiche del Novecento. Le “storie” che caratterizzano la realizzazione di tali strutture sono l’intreccio di una pluralità di aspetti quali le origini della committenza, le modalità di gestione delle strutture, la storia dell’alpinismo, le culture tecniche e architettoniche, le vicissitudini sociali e politiche delle nazioni e delle culture locali.
Attualmente, grazie anche alla collaborazione dei soci, Cantieri d’alta quota si sta concentrando nell’attuazione del progetto scientifico, al fine di proseguire nel lavoro di ricerca e divulgazione attraverso un censimento dei rifugi e bivacchi dislocati lungo l’intera catena alpina nelle varie nazioni, con l’obiettivo sia di definire percorsi tematici a uso di escursionisti e alpinisti, sia di elaborare buone pratiche e linee guida d’intervento nella progettazione, manutenzione e gestione delle strutture.
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