Splende d’oro la Reggia di Odino nell’Asgard, come una sala irradiata dal Sole, coperta d’oro, sulla vetta del monte Gimla
Edda Poetica Völuspá (primo canto – La profezia del veggente)
Avevamo vagato a lungo tra i boschi alla ricerca di qualche tesoro di pietra ed avevamo infine trovato la “Reggia”. Memori delle evanescenti letture giovanili, tra fumetti ed eroi di cartone, a cui s’erano aggiunte nella maturità letture più impegnate e dal valore simbolico, decidemmo che quella sarebbe stata la nostra “Reggia di Asgard”, dimora degli dei. Cercammo quindi il mitico “ponte arcobaleno” che ci portasse in cima a quell’affioramento di rocce compatte, trovandolo nelle fattezze di un diedro logico ed un po’ appoggiato.
Ma il “ponte”, come nella saga nordica, aveva un suo guerriero- guardiano e fu così che due spit resistettero a lungo agli assalti portati dal basso. Fu poi la volta di un profondo camino, perfetto e liscio, un caso rarissimo sulle rocce di quest’angolo di valli piemontesi.
Un tiro successivo, salito ancora dal basso, s’interruppe a metà dello spigolo a causa della rottura del trapano. E simile sorte toccò anche a un tentativo con attrezzatura tradizionale sul lato sinistro della parete. Non saremmo più ritornati.
Ma l’autunno in questi boschi riserva delle sorprese magiche, ed è così che l’anno scorso ripassando alla base di quel castello di granito, “il Ponte Arcobaleno” si è nuovamente materializzato e proteso verso la Reggia di Asgard, irradiata dall’ultimo sole pomeridiano. Allo stesso modo si sono mostrate nuove linee di salita tradizionali e sportive. Altre, che promettono un livello 7 e 8 diverranno presto realtà, superando quegli spigoli strapiombanti che all’inizio si era pensato di tralasciare per ovvie ragioni.
Un compagno giusto e capace, il sole di primavera, una manciata di friend e di spit sono le armi di cavalieri vecchi e nuovi. Solo la roccia rimane la stessa, anche se è possibile “vederla” soltanto con occhi diversi, come per magia.