Mentre ci si occupa del logo che meglio dovrebbe esprimere le Dolomiti patrimonio dell’Umanità, c’è chi si preoccupa di evitare il rischio che questo importante riconoscimento venga tolto a causa del non rispetto delle condizioni ambientali che al conferimeno di questo riconoscimento hanno contribuito, interrogandosi anche sugli sviluppi sociali ed economici di questo delicato territorio.
Fra San Vito di Cadore e Pescul (Selva di Cadore), attraverso le Rocchette e la zona 1 di Dolomiti patrimonio dell’UNESCO (Monte Pelmo), si vuole costruire un nuovo collegamento sciistico.
Su questo tema Spiro Dalla Porta Xydias – presidente del GISM e blogger di MountainBlog – ha pubblicato nel suo blog un’importante presa di posizione.
Di seguito riportiamo invece il resoconto delle iniziative del mondo associazionistico.
Lo scorso 13 marzo si sono ritrovati – nonostante la prevista nevicata – in quasi duecento tra alpinisti, escursionisti e amanti della montagna all’appuntamento organizzato da Mountain Wilderness “per iniziare un lungo percorso di impegno e responsabilità che impedisca” la costruzione di questo impianto.
Erano presenti le associazioni che hanno aderito, Mountain Wilderness con i dirigenti Toio Desavorgnani, Giancarlo Gazzola e Antonio Scarpa, il Comitato Pelmo-Mondeval di San Vito di Cadore, CIPRA con il suo vicepresidente Luigi Casanova, tante sezioni del CAI venete, friulane, il gruppo G.D.Pas – Per altre strade, Verdi Ambiente e Società e altri.
Un gruppo è salito fino al Rifugio Città di Fiume e tanti altri con gli di sci scialpinismo si sono spinti, pur nel cuore della nevicata, fino a Col della Puina.
Alle ore 12.00 nel ritrovo antistante il Rifugio Città di Fiume, nella calorosa accoglienza offerta dal gestore del Rifugio, vi è stato un primo passaggio di riflessioni sulle forti motivazioni economiche e ambientali alla base della contrarietà alla costruzione degli impianti.
I manifestanti, rivolgendosi agli amministratori pubblici, hanno chiesto:
la immediata sospensione di ogni iter burocratico inerente il progetto per aprire un tavolo di concertazione sul futuro del Cadore e dello Zoldano, un tavolo che comprenda amministratori pubblici, imprenditori, sindacato, associazioni ambientalistiche e di volontariato. Obiettivo del lavoro è quello di proporre un piano d’area che offra a tutte le componenti sociali uno sviluppo reale, moderno e di eccellenza della montagna bellunese.
Difendere con coerenza Dolomiti patrimonio naturale dell’UNESCO. Non vi è dubbio alcuno, un simile progetto porterebbe l’UNESCO a togliere il pregiato patrocinio.
Dare risposte di qualità al futuro dei giovani, portando anche nella montagna bellunese innovazione, ricerca, riscoperta identitaria, cultura e lavori di alto profilo oltre che un ritorno alla agricoltura di montagna strettamente legata al settore turistico.
Sono in programma altri momenti di confronto pubblico partendo da San Vito di Cadore, per portare i contenuti di queste iniziative all’attenzione della stampa nazionale ed internazionale.
“Osservazioni preliminari allo Studio di fattibilità del nuovo comprensorio sciistico Cadore–Civetta della società Impianti SCOTER S.R.L.” – documento inviato da Mountain Wilderness alle Amministrazioni comunali di San Vito e Selva di Cadore e alla Regione Veneto
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(Fonte: Luigi Casanova – portavoce di Mountain Wilderness)
E’ stata anche avviata una petizione con raccolta di firme online per esprimere il dissenso al progetto di cotruzione di nuovi impianti.
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