Federico è un alpinista alla De Cessole, che ha scalato praticamente dappertutto per tutta la vita… Sulle Alpi, e sulle altre catene europee, in più nazioni di quante molti di noi ne raggiungeranno in aereo in tutta la vita.
Eppure, nonostante la “gloria”, non ha scordato la comunità degli arrampicatori ed è ancora in grado di dare una mano, una grande mano.
Siamo abituati ad aprire centinaia di vie e risistemare km di sentieri e, di norma, tutto il carico è sulle nostre spalle.
Alpinisti ed arrampicatori sportivi inseguono tali itinerari in falesia od in montagna e non sempre fanno ciò che ci aspettiamo o vorremmo.
In “palestra di roccia” vediamo gente che arriva e pensa di essere in casa propria e non in un luogo naturale; sporca ovunque, bestemmia per ciò che non gli riesce, svaluta quel che conquista ed ha sempre qualche cosa da dire su lavoro. Il chiodo è troppo alto, troppo basso, mancante, eccessivo… La roccia è troppo perfetta per esser montagna, troppo poco per esser falesia. Il sentiero è un “autostrada” se è pulito, ma troppo sporco se è una traccia. L’avvicinamento è troppo lungo se son più di 5 minuti, ma troppo vicino alla strada se invece è breve.
…E mentre non va mai bene nulla e si continua a creare a proprie spese per gli altri e per le vallate rurali, in modo che abbiano un turismo ecocompatibile e quindi un sostentamento, sembra che nulla basti mai. Come vorrei vedere almeno una volta un climber od un escursionista con delle cesoie in mano mentre fa un sentiero, ripulendolo invece di lamentarsi…
Eppure in questo clima fin troppo “italiano” esistono ancora i “Federico”. L’alpinista aveva un idea semplice ed ha contattato il conosciuto chiodatore e scalatore Fabio Pierpaoli, per fargli vedere rocce vergini nel levante ligure. Il terreno è stato sondato e scartato, ma la ricerca ha dato frutti eccellenti in vicine pareti. Mentre Fabio si è occupato del lavoro pratico, Federico ha curato i rapporti con la comunità locale ed ha fornito il materiale per la falesia.
Alcuni amici hanno dato una mano, i soliti come sempre accade, ed è così che è nata la falesia “Sassi dei Garibaldi”. L’inaugurazione ha già dato ottimi frutti grazie alla partecipazione di amici e parenti che si sono librati sulle pareti in un misto d’allegria ed euforia che ha lasciato spazio anche per momenti culturali e romantici.
Il luogo è stato poi lasciato nella pulizia più totale e nell’ordine e tale rimarrà con una frequentazione rispettosa. La comunità degli arrampicatori ha un nuovo sito dove passare ore liete e la vallata godrà d’una timido accesso che darà nuova aria agli esercizi locali.
Ecco un piccolo esempio che testimonia ch’esiste ancora un modo in cui “calciattori” e veline non sono che sintomi di un qualche cosa di differente dal ciò che eravamo e che possiamo ancora essere.
Christian Roccati
www.christian-roccati.com