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23 Gennaio 2017

Cultura · Ricerche&Redazioni · Narrativa

Roberto Iannilli

COMPAGNI DAI CAMPI E DALLE OFFICINE

Personaggi e interpreti tra i miei compagni di scalata

Di che materia è fatto l’alpinismo? La roccia e il ghiaccio, i canaloni e le vette, le pareti e le creste compongono il terreno di gioco. Il sole e le bufere di neve, l’alternarsi dell’estate e dell’inverno, le cadute di sassi e i temporali richiedono all’alpinista di adattarsi e scegliere. Al centro di tutto, ovviamente, sono i desideri, il coraggio e le scelte di ogni uomo (o donna) che decide di misurarsi con il mondo verticale. Roberto Iannilli, in questo libro, ci ricorda che al centro dell’alpinismo sono anche i rapporti idilliaci, così così, difficilissimi – tra esseri umani diversi, che scelgono di legarsi alla stessa corda per vivere le loro avventure in parete. In trent’anni, sulle rocce del Gran Sasso come sulle vette e sulle pareti del mondo (India, Perù, California, Argentina) l’autore ha legato il suo destino a quello di personaggi molto diversi tra loro. Questo libro, che parla di arrampicate e montagne, è un grande affresco dedicato all’animo e alla vita dell’uomo.

Il volume è curato da Patrizia Perilli, Alberto Graia, Stefano Ardito e Luca Grazzini.

ROBERTO IANNILLI

Nato nel 1954, ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo dell’alpinismo sul Gran Sasso. In trent’anni, a partire dal 1987, ha aperto sulle pareti del massiccio abruzzese – la Est e le tre Spalle del Corno Piccolo, la Est della Vetta Occidentale del Corno Grande, la Sud del Torrione Cambi, il Paretone della Vetta Orientale, i pilastri del Pizzo d’Intermèsoli, la tetra parete Nord del Camicia – circa 150 vie nuove. Un palmarès straordinario, al quale vanno aggiunte decine di prime solitarie (molte in free-solo, cioè senza corda), di concatenamenti e di ripetizioni importanti. Dal 2001, la sua passione per il mondo verticale lo ha portato a compiere una decina di spedizioni in valli inesplorate dell’Himalaya o delle Ande, e a visitare le gigantesche muraglie di granito di Yosemite, in California. Roberto Iannilli ci ha lasciato nel luglio del 2016, mentre insieme al suo compagno di cordata Luca D’Andrea tentava di aprire una via nuova sulla parete Nord del Monte Camicia.

Queste le sue parole tratta dall’Introduzione al volume:

«Dividere il pane, dividere un ideale o una passione, essere legati da qualche cosa che accomuna. Fino ad arrivare ai compagni di cordata, i quali sono talmente compagni che letteralmente si legano l’uno all’altro. Addirittura capita che siano così “compagni” che, oltre al pane e la passione, condividano anche un ideale… ma questo è un altro discorso e capita sempre più raramente.»
«Questi compagni possono provenire dai campi, dalle officine, dagli uffici o da dove vi pare, non è l’origine che fa differenza. In ogni caso, anche se non ci sei amico per la pelle, o non condividi un ideale, quando ti leghi a un compagno di scalata gli affidi la vita, l’unica che hai.»
«In più di trent’anni di arrampicate in montagna mi sono legato a innumerevoli compagni. Qualcuno di questi è stato fondamentale per la mia crescita come alpinista, numerosi fanno parte degli amici, con altri invece c’è stata soltanto la corda che ci ha legati, ma con tutti ho condiviso i fallimenti e le realizzazioni.»


COMPAGNI DAI CAMPI E DALLE OFFICINE

Autore: Roberto Iannilli

Editore: Ricerche&Redazioni - 2016

Pagine: 176

Prezzo di copertina: € 20

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