La prima salita assoluta alla quinta montagna più alta della Terra (8463 m).
“Il tempo era così bello che decidemmo di rimanere il più a lungo possibile in vetta e di assaporare ogni momento come fosse stato un frammento della nostra vita che non avremmo mai più vissuto.” (Makalu, Jean Franco)
“Makalu” viene tradotto in italiano per la prima volta a cura di Paolo Ascenzi per la collana “Le Parusciole” di MonteRosa Edizioni e aggiunge una pagina importante alla storia della conquista degli Ottomila in lingua italiana. Il libro racconta la prima salita assoluta alla quinta montagna più alta della Terra (8463 m) da parte della spedizione francese guidata da Jean Franco, nel 1955.
Il fatto che il Makalu sia visibile da molto lontano fece sì che, per tanto tempo, fosse considerato dalle popolazioni locali addirittura più alto dell’Everest. Collocato in una delle regioni più selvagge e solitarie del Nepal – in quest’area si sono concentrate per anni le ricerche degli Yeti – è considerato uno degli ottomila più difficili da salire, in quanto particolarmente soggetto ai forti venti dell’Himalaya.
Dopo una prima spedizione di ricognizione nell’autunno del 1954, gli alpinisti francesi firmarono il loro successo nel maggio del 1955, con tutti i membri della spedizione che raggiunsero la vetta. In realtà, i francesi ricevettero per la prima volta dal governo tibetano il permesso di scalare la montagna già nel 1934 ma, per motivi ignoti, questo fu annullato.
L’ascensione fu un esempio di organizzazione ed efficienza, vide la partecipazione di alpinisti fortissimi tra cui Lionel Terray, Guido Magnone e Jean Couzy e beneficiò di condizioni meteo assai favorevoli. Questo aiutò senza dubbio anche il tono ironico e spesso scanzonato del racconto:
“…Il tempo era così bello e la temperatura così calda che ne approfittammo per fare una grande toilette che non facevamo da settimane: uno shampoo a 5300 m è probabilmente un record mondiale! Sarebbe potuta diventare una moda. Elencammo tutti i primati a cui potevamo ambire dopo quelli stabiliti dagli uomini che avevano raggiunto il Tetto del Mondo, che avevano salito la montagna più difficile, la più bella o la più pericolosa. Il record che più ci interessava, al momento, era quello della massima comodità e non ne eravamo lontani.”
Jean Franco racconta i fatti senza indulgere troppo in considerazioni filosofiche, ma le poche righe che costituiscono la chiosa del romanzo esprimono bene lo spirito (e l’understatement) con cui il capospedizione condusse la salita: “Avendo avuto la fortuna di avvicinarmi alla montagna con amore e rispetto, ho sempre considerato l’alpinismo un gioco meraviglioso, mentre gli incidenti, gli errori e la morte il supremo fallimento. Evitando il fanatismo, la tentazione dei record (che domani perderanno di significato) e la pericolosa seduzione dell’eroismo, ho sempre pensato, come molti altri, che è meglio aspettare che rischiare, fare una pausa piuttosto che ansimare e cantare piuttosto che gridare”.
Il libro riporta infine come postfazione il racconto di Kurt Diemberger “Jang-Le La foresta incantata”.
L’Autore
Jean Franco (Nizza 19 luglio 1914 – Montagnat 2 dicembre 1971) è stato un alpinista e scrittore francese. Guida alpina e partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, insieme alla moglie Jeanne firmò la prima salita del Pilastro Sud della Barre des Écrins nel 1944. Nel 1951 fu nominato Coordinatore delle spedizioni francesi in Himalaya. Fu a capo delle spedizioni al Makalu del 1954, del 1955 e del 1959 allo Jannu. Il 15 e 16 maggio 1955, la cordata composta da Lionel Terray e Jean Couzy raggiunse per prima la vetta del Makalu. Nel 1957 divenne Direttore dell’École Nationale de Ski et d’Alpinisme di Chamonix.
Makalu
Autore: Jean Franco
Editore: Monte Rosa Edizioni - Gignese (VB) - 2021Pagine: 224
Prezzo di copertina: € 15