Nevi perdute

Il volume “Nevi perdute. Scenari sciistici delle Valli di Lanzo”, pubblicato recentemente dalla Società Storica delle Valli di Lanzo, raccoglie i sogni di locali e di villeggianti che hanno creduto nei loro progetti e hanno combattuto confrontandosi con la quotidianità, che hanno costruito e gestito impianti di risalita e hanno sfidato la carenza di neve.

Sono le avventure di persone che hanno scritto con il loro impegno tante storie legate agli sport invernali.

L’opera, suddivisa in capitoli, ha visto il contributo, oltre che del curatore Aldo Audisio, di Ezio Sesia, Gianni Castagneri, Marco Blatto, don Claudio Baima Rughet, Leonardo Bizzarro, Cecilia Carena e del compianto Marino Periotto. La cura editoriale è stata di Bruno Gugliemotto-Ravet. L’opera è corredata da 225 immagini in bianco-nero e a colori, provenienti da 50 archivi privati. A ciò vanno aggiunte le testimonianze, informazioni e i ricordi di 100 “testimoni” .

“Si tratta di eventi che hanno segnato la storia locale e che hanno comportato profusione di risorse economiche e personali, passioni, iniziative imprenditoriali e valorizzazioni del territorio – spiega Michele Vietti, presidente della Società Storica delle Valli di Lanzo – Agli autori del volume va il merito di aver parlato del territorio e di averlo fatto parlare, di aver dotato il volume di un apparato iconografico consistente e largamente inedito, di aver approcciato il tema con un taglio nuovo, che proietta la valenza storica dello studio nel contemporaneo e nella dimensione locale.”

“Lavorando per oltre due anni, prima all’idea e in seguito alla realizzazione di Nevi perdute mi sono reso conto di quanto sia labile la reminiscenza dei tempi recenti – racconta il curatore Aldo Audisio, presidente onorario della Società storica ed ex direttore del Museo nazionale della montagna dal 1978 al 2018, riflettendo sulla genesi del libro – È forse più facile indagare su accadimenti lontani che riportare eventi vicini a noi, vissuti o sentiti raccontare da anziani o da persone da poco scomparse. Poco alla volta, aiutandosi con articoli di giornali, documenti d’archivio e materiali promozionali è stato imbastito lo scheletro della ricerca, via via completato da informazioni, testimonianze dirette o indirette e, in particolare, verificando il tutto con molti controlli incrociati.”