Big Wall. De Leo, fonte immagine da locandina evento

Mercoledì 12 novembre alle ore 21, presso il  Centro Incontri al Monte dei Cappuccini (salita al CAI Torino 12, Torino), il Club 4000/CAI Torino, organizza l’incontro  con l’alpinista e fotografo Sergio De Leo, dal titolo “Big Wall, sognando ad occhi aperti tra neve, ghiaccio e roccia”, ascensioni nelle Alpi, Scozia e Patagonia.

SERGIO DI LEO

Sergio De Leo, nato ad Aosta il 16 ottobre 1963, è un grande conoscitore degli ambienti e delle montagne valdostane, che frequenta da oltre 35 anni, e svolge un’intensa attività alpinistica in tutto l’arco alpino.
Pur non essendo un professionista della montagna, può vantare in questo campo un curriculum di tutto rispetto. Ha infatti all’attivo la maggior parte dei grandi itinerari di alta difficoltà delle Alpi Occidentali con il trittico per eccellenza: Nord Grandes Jorasses/Cervino/Eiger. Spiccano in particolare la MacIntyre e Plein Sud (via nuova) alle Jorasses e soprattutto la diretta Bonatti al Cervino (seconda italiana) oltre ad alcune prime invernali e vie nuove.Ha altresi salito 79 vette oltre i 4000 delle 82 facenti parte dell’elenco ufficiale UIAA, nonché effettuato numerose spedizioni extraeuropee in Himalaya e nelle Ande.
Molte le cime di prestigio salite in queste occasioni, tra le quali cinque 8000 e ben tre vie diverse al Fitz-Roy in Patagonia.
Alla passione per l’alta montagna unisce anche quella per la fotografia.

Hervè Barmasse, Non così lontano. Immagini da locandina evento

Un altro appuntamento con il grande alpinismo è fissato per venerdì 14 novembre alle ore 20,45. Il CAI di Venaria propone, infatti,  una serata con Hervè Barmasse. L’appuntamento si terrà al Teatro Concordia di corso Giacomo Puccini a Venaria Reale (TO). L’alpinista valdostano presenterà il suo film “Non così lontano – Not so far”, vincitore di 6 premi internazionali, e altri filmati di nuove ascensioni realizzate sulle Alpi, in Patagonia, in Cina e Pakistan.

HERVE’ BARMASSE

Nato e cresciuto ai piedi del Cervino, in una famiglia in cui il mestiere di guida alpina si tramanda di padre in figlio da diverse generazioni, sembrava che non avessi altra scelta se non quella di diventare anche io un alpinista. In realtà tutto avvenne un po’ per caso e in modo graduale.
Dice di sé: “Ero un adolescente quando già la montagna mi regalava grandi emozioni. A quindici anni ero una promessa dello sci poi un brutto incidente durante una competizione interruppe irrimediabilmente il mio futuro da professionista. Vivo per miracolo, dopo un anno di riabilitazione, mio padre decise di farmi un regalo: accompagnarmi sul Cervino. E così all’alba gelida di una mattina di ottobre eccomi pronto a scalare per la prima volta la Gran Becca.
Allora non potevo immaginare che, attraverso la montagna, avrei vissuto alcuni dei momenti più esaltanti della mia vita. Quel giorno pensavo solo a camminare, a non inciampare e a non rallentare il passo di mio padre. Quel giorno sul Cervino, inconsapevolmente, avevo deciso quale sarebbe stato il mio futuro.”

Entrambe le serate sono ad ingresso libero.

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