Giovanni Paolo II ha sempre amato la Natura e in particolare le montagne.
All’interno del Centro Giovanni Paolo II di Cracovia, il più importante museo-santuario dedicato al ricordo della sua figura e delle sue opere, è stata realizzata una sezione permanente dedicata al legame intimo fra il Papa polacco e la montagna trentina.
La mostra ripercorre le visite di Papa Wojtyla in Trentino, cinque volte tra l’agosto 1979 e l’aprile 1995, e mescola immagini d’epoca del Papa sulle nostre montagne con alcune mie fotografie che mostrano la bellezza del paesaggio.
Le fotografie sono state scelte privilegiando proprio quei momenti, spesso al confine tra terra e cielo, dove la bellezza della Natura si rivela quale meraviglia del Creato con grande forza comunicativa. Nell’allestimento le fotografie sono esposte su grandi pannelli dove sono state sovrapposte, a due a due, un’immagine del Papa e un’immagine del paesaggio, che si alternano e si mescolano a seconda della direzione di visione. L’effetto è davvero particolare ed evocativo e in questo esempio Giovanni Paolo II sembra che stia sciando sulle nuvole!
Sono stato recentemente a Cracovia e ho avuto il privilegio di visitare la mostra – anche se aprirà ufficialmente al pubblico a inizio 2020 – grazie alla grande gentilezza del personale del Centro che mi hanno accolto con rara cortesia e calore.
Il museo-santuario è un complesso nuovo che sorge proprio nel luogo nel quale un tempo si trovava la cava della Solvay dove Karol Wojtyla aveva lavorato in gioventù.
Sarà un caso – anzi, un caso non è… – che l’anno scorso, senza sapere di questo incarico, ho inserito quale ultima frase a conclusione del libro “La Voce delle Dolomiti“, proprio questa citazione:
“Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito,
con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime”
(Giovanni Paolo II)