Il Cammino degli Aurunci è un percorso in un territorio poco conosciuto in provincia di Latina. Il punto più vicino dove arrivare con i mezzi pubblici è la stazione di Formia.
La partenza è il borgo di Minturno e la destinazione finale è il Santuario della Madonna della Civita dove si arriva dopo 85 km attraverso i sentieri del Parco Naturale dei Monti Aurunci.
Questa catena montuosa vanta un primato in tutta Europa: il monte Petrella con i suoi 1540 metri è la montagna più alta e più vicina al mare in Europa.
Il Cammino può essere percorso in 4 tappe e necessita di traccia gpx non essendo segnato sul terreno. I dislivelli che si incontrano sono abbastanza importanti poichè ogni tappa parte e finisce in uno dei borghi ai piedi dei Monti Aurunci.In alternativa – nella bella stagione – è possibile utilizzare delle tappe intermedie presso rifugi in montagna o aree per tende, previa richiesta all’Ente Parco.
PRIMA TAPPA MINTURNO – SPIGNO SUPERIORE
Si parte dal borgo di Minturno, un caratteristico borgo medioevale che nasce con l’antico nome di Traetto quando i Saraceni invadono l’antica città romana di Minturnae che si trovava a valle. Il borgo ha diversi luoghi di interesse tra i quali la chiesa dell’Annunziata e il palazzo comunale.
Da un sentiero sterrato si scende verso la costa e quando si raggiunge si cammina sulla spiaggia prima di addentrarsi nei sentieri del Parco del Monte di Gianola dove si ammira la domus romana marittima della Villa di Mamurra. L’ultima parte della tappa è la salita verso Spigno Superiore, borgo situato ai piedi dei Monti Aurunci. Si sviluppa intorno al castello di cui si possono ammirare i ruderi. Il pernotto è nello splendido e familiare B&B Albarosa dal quale ho potuto lavorare nella massima tranquillità.
E’ una tappa di media difficolta: ci vogliono almeno 6 ore per percorrerne i 24 Km di lunghezza, nei quali sono distribuiti 600 metri di dislivello positivo e 460 metri di discesa.
SECONDA TAPPA SPIGNO – MARANOLA
La seconda tappa è molto impegnativa, entrando nella zona montuosa la difficoltà è avanzata. Un importante dislivello in salita +1600 metri e anche in discesa – 1680 metri mette a dura prova muscoli e articolazioni. Sono necessarie 8 ore di cammino. Suggerisco di avere la Carta dei Sentieri CAI del Parco degli Aurunci che potete richiedere insieme alla Credenziale.
Dalla piazzetta di Spigno Vecchio si procede sulla strada asfaltata verso il cimitero, superato il quale continua la salita verso i monti. Dopo circa 1 km troviamo l’inizio del sentiero CAI n. 968. E’ un percorso impegnativo, soprattutto per il dislivello da superare. Dopo circa due ore di salita si raggiunge la Sella Spampaduro.
Proseguendo a sinistra lungo lo stesso sentiero, dopo circa un’ora e mezzo di cammino nel bosco, si apre davanti a noi la dolina di Fossa Juanna.
Negli ambienti carsici la dolina si presenta come un improvviso avvallamento del territorio; spesso tale avvallamento è di dimensioni contenute, e finisce per trasformarsi, col cedimento del terreno, in un vero e proprio inghiottitoio (le famose foibe). A volte, però, tali zone assumono dimensioni ragguardevoli, presentandosi come delle vere e proprie radure. Fossa Joanna ne è un esempio. Varie leggende circondano questo luogo, non a caso chiamato anche “Fossa delle streghe” dal nome di una fattucchiera, dedita al culto del diavolo il cui nome era appunto Joanna.
Dopo circa 500 metri, raggiunta la forcella di Fossa Juanna si segue a sx lungo il sentiero n. 963 che conduce sulla vetta di Monte Petrella. Qui ho la fortuna di trovare una giornata limpida e dalle vette più alte ho potuto godere di un panorama mozzafiato su tutto il golfo di Gaeta: la vista spazia dal Vesuvio a Ischia, da Ventotene a Ponza e al promontorio del Circeo.
La rapida risalita fino a 1500 metri sul livello del mare ci ha permesso di attraversare in un solo giorno paesaggi quanto mai diversi di macchia mediterranea, lecci, fino alle maestose faggete con alberi secolari.
Si prosegue lungo il sentiero n. 913 fino al Monte S. Angelo; poi si entra nel fitto bosco in direzione ovest seguendo i sentieri n. 961 e 962 fino alla cima del Monte Redentore dove possiamo ammirare la statua del Cristo Redentore.
Appena sotto si prosegue lungo il sentiero CAI n. 960 dal quale è obbligatoria una visita alla Chiesa di San Michele Arcangelo, incaastonata nella montagna.
Ultima discesa lungo la strada asfaltata fino a Maranola dove alloggio e lavoro dall’Affittacamere Altomuro 39.
TERZA TAPPA MARANOLA – ITRI
Partenza da Maranola e poi salita su un antico sentiero che da sempre i pellegrini usano arrivare alla Chiesa di San Michele e da qui proseguo sulla carrareccia in direzione del Rifugio di Acquaviva.
Dopo 4 chilometri lo raggiungo e imbocco il sentiero n. 956 proprio a fianco del rifugio; poco dopo mi fermo alla Sosta Bellavista dove Michele racconta la sua storia: una vita dedicata alla costruzione di un luogo suo a servizio di chi ama la montagna. Qui non arrivano strade e ogni pietra è stata messa a mano.
Un alternarsi di pianori e faggete rende il percorso quanto mai suggestivo, attraversando le zone dove troviamo ancora tracce degli antichi carbonai e degli imponenti pozzi della neve.
Dopo aver attraversato l’altopiano delle Mesole incontriamo il fosso della Neve, un vero e proprio frigorifero del passato! Fino agli inizi del 900 i blocchi di ghiaccio che qui si realizzavano, venivano trasportati a valle attraverso le “vie della neve” durante la notte sul dorso dei muli. Chi sapeva che questo era il modo per fare i primi sorbetti?
Dalla forcella di Campello Vecchio una carrareccia in discesa ci conduce al borgo di Itri, meta della terza tappa e terra di briganti, primo tra questi il famoso Fra Diavolo, pseudonimo di Michele Pezza, prima brigante e poi eroe. A lui è dedicato il Museo del Brigantaggio.
Il Castello di Itri domina dall’alto e controlla l’intero borgo.
La terza tappa si è sviluppata su una lunghezza di 19 Km, con un dislivello positivo di 680 metri e negativo di 470 metri.
Ho impiegato circa 6 ore e posso dare una valutazione di media difficoltà.
QUARTA TAPPA ITRI – SANTUARIO MADONNA DELLA CIVITA
Quarta e ultima tappa del cammino: 21 chilometri con ben 1030 metri di dislivello positivo e 528 negativo. Visto che sono necessarie 8 ore di cammino la difficoltà è medio/alta.
Da Itri si va in direzione di Fondi percorrendo un tratto sterrato della via Francigena fino ad immetterci sull’Appia Antica (sentiero Cai n. 925) che in buona parte si presenta come è stata ristrutturata nel 1768 da Ferdinando IV di Borbone e dove, attraversando la Gola di Sant’Andrea, troviamo i resti del Fortino risalente all’età napoleonica.
Il sentiero n. 923 ci porta fino alla Foresta di Sant’Arcangelo e da qui uno sterrato di 8 km all’Orto Botanico. Proseguiamo lungo il sentiero n.919 fino ai ruderi di San Vennitto e attraverso una vallata in discesa fino alla sterrata che conduce al Santuario della Madonna della Civita, meta finale del Cammino.
ll Santuario della Madonna della Civita a 673 metri di altezza è un balcone tra Ausoni e Aurunci ed è al centro dei sentieri che conducevano al Golfo di Gaeta, alla Ciociaria, all’Abruzzo.
Ringrazio l’Ente Parco Naturale dei Monti Aurunci per la visita al Vivaio e Falegnameria del Parco e l’ASD MAREMOTO per il supporto organizzativo.