Ho percorso le prime tre tappe de Il Cammino dei Ribelli. Perchè questo nome? Mi è piaciuta molto la descrizione del sito del cammino, per cui la riporto integralmente.
“Erano ribelli i partigiani che qui si opposero al regime nazifascista. Erano ribelli i banditi e le comunità che contrastarono le imposizioni feudali e monarchiche. Erano ribelli le tribù di Liguri che si opposero all’invasione dei Romani. Sono ribelli donne e uomini contadini e i pastori che scommettono nel lavorare questa terra. Sono ribelli le famiglie giovani che qui si innestano per riscoprire e re-inventare la valle. Sono ribelli le camminatrici e i camminatori di ieri e di oggi, che tramandano questi antichi, aspri sentieri, e ne garantiscono la sopravvivenza.”
13 maggio. Prima tappa ARQUATA SCRIVIA – CASTEL RATTI Lunghezza 13 km – Dislivello positivo circa 400 m – Durata 3,5 ore
Premessa iniziale: il cammino non è ancora dotato di segnaletica se non in pochissimi punti, per cui per percorrerlo sono essenziali le tracce gpx. La partenza ufficiale è dalla stazione di Arquata Scrivia, raggiungibile comodamente in treno sia da Milano che da Genova.
La prima parte è tutta su asfalto: costeggio e poi attraverso con un sovrappasso i binari, supero sul ponte il torrente Scrivia. Dopo località Rio della Casa attraverso una passerella e finalmente abbandono la strada per infilare uno sterrato dove incontro l’unico tratto di forte salita della tappa che permette di raggiungere il crinale. Una volta in cima seguo il sentiero CAI 275 che percorre un crinale boscoso fino a prendere il 276 per Castel Ratti; arrivo al paese dove pernotto al Ristorante Ospitale Il Fiorile. Qui faccio conoscenza di Emanuela, responsabile accoglienza e “Mamma” de Il Fiorile, nonchè grande camminatrice. Il luogo è perfetto per lavorare in tranquillità!
14 maggio. Seconda tappa CASTEL RATTI – CANTALUPO Lunghezza 15 km Dislivello positivo 330 m Durata 4,5 ore
Gran parte della tappa odierna è sul greto del torrente Borbera, che va attraversato continuamente. Io ho usato le scarpe ma probabilmente sarebbe meglio dotarsi di sandali. Questa versione estiva della tappa è percorribile da maggio a settembre ed è assolutamente da evitare nel caso in cui ci siano state forti piogge nei giorni precedenti.
Per diverse ore risalgo il Borbera camminando un po’ nell’acqua e un po’ sui sassi, tra i quali emerge strepitoso un fiore rosso, “il fiore del partigiano!
Lo scenario è davvero unico, un canyon scavato dall’acqua tra montagne e boschi. Arrivato al Ponte di Pertuso – teatro della famosa battaglia partigiana – torno sulla strada, la provinciale che mi porta fino a fine tappa, appena dopo il paese di Cantalupo dove mi fermo a La Stalla dei Ciuchi.
Questo splendido luogo di resistenza contadina in cui ho lavorato, cenato e pernottato é più di un’azienda agricola situata in Val Borbera. Matteo ed Erica attraverso l’allevamento ovicaprino e fattorie didattiche sono un esempio di resistenza! Un applauso immenso a loro, veri ribelli de @ilcamminodeiribelli
15 maggio. Terza tappa CANTALUPO – COSOLA Lunghezza 15 km Dislivello positivo 800 m Durata 5 ore
Lascio di prima mattina @la_stalla_dei_ciuchi , svegliato dal canto del gallo. Camminado sulla strada provinciale arrivo a Rocchetta Ligure, borgo storico con il museo della Resistenza e della civiltà contadina. e poi ad Albera Ligure e a Cabella Ligure. Qui inizio una dura salita su una vecchia mulattiera verso l’alta val Borbera fino al paese di Teo, il cui attraversamento è un viaggio nel passato.
Sul sentiero che sale fino a Piuzzo incontro una nidiata di cinghiali con la mamma ma penso più a non disturbare che a fare foto.
Piuzzo è una frazione di Cabella Ligure e conta 100 abitanti d’estate e 3 in inverno. Li incontro praticamente tutti. La Signora Patrizia Raddavero mi dice che tre sono anche i cognomi del paese: Raddavero, Basso e Guglielmasso. I suoi genitori si sono conosciuti tramite una foto in cui il padre ha visto la madre (amica della fidanzata calabrese dell’amico). Tinder prima di internet.
Un lungo sentiero CAI mi fa addentrare in luoghi sempre più remoti e selvaggi, fino al paese di Cosola dove mi rifocillo e pernotto all’albergo Ponte, il cui proprietario Michele è un altro esempio di ribelle che resiste.