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23 Maggio 2022

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Smart Walking: Il Cammino di San Pietro Eremita

Il Cammino di San Pietro Eremita è l’insieme di tre itinerari ad anello che possono essere percorsi in maniera indipendente l’uno dall’altro: l’Anello dell’evangelizzazione – che io ho inaugurato – parte e termina a Rocca di Botte, in provincia dell’Aquila, Abruzzo. Il punto più vicino dove arrivare con i mezzi pubblici – treno da Roma Termini – è la stazione di Carsoli.

PRIMA TAPPA ROCCA DI BOTTE – CARSOLI

A Rocca di Botte parte il cammino, proprio di fronte alla casa nativa di San Pietro Eremita.
Si scende su asfalto dal paese e dopo un tratto pianeggiante su strada bianca si ha una delle salite più dure dell’intero anello, quella che porta alla Madonna dei Bisognosi, un santuario con all’interno affreschi millenari. Poi c’è una piacevole discesa su sentiero tra i boschi fino a Pereto, che merita una sosta e una visita. Senza difficoltà anche la seconda parte della tappa, che attraverso facili sentieri porta a Carsoli dove è obbligatorio rifocillarsi per pranzo da Angeletta Ristorante 

E’ una tappa di media difficolta: ci vogliono 6 ore per percorrerne i quasi 16 km, nei quali sono distribuiti 641 metri di dislivello positivo (si arriva a un’altitudine massima di 1.060 metri) e 856 metri di discesa. Il percorso è segnato benissimo e non ho dovuto mai fare uso della traccia gpx, che comunque può essere scaricata dal sito del cammino.

A Carsoli è possibile pernottare (e cenare) all’Agriturismo Setteponti, gestito dalla bravissima Vittoria, che davanti al camino saprà scaldarvi con i suoi racconti contadini.

SECONDA TAPPA CARSOLI – TUFO DI CARSOLI

E’ una tappa facile che si percorre in circa tre ore: poco più di 11 km camminando attraverso magnifici castagneti secolari.

Destinazione finale di oggi è Tufo di Carsoli che dall’alto sembra un normale borgo appenninico ma le mura delle sue case sono un vero e proprio museo a cielo aperto. 

“Tufo paese delle arti” è il primo intonaco all’ingresso del paese. Merita dedicare almeno un paio d’ore di camminata tra i vicoli per ammirare i quasi cento murales ed altre istallazioni artistiche, che parlano dei quotidiani lavori agricoli e delle tradizioni del paese. Opere dedicate al ciclo di vita della terra, la semina, la raccolta, la macinazione del grano. L’arte contro lo spopolamento. Attraverso un ripido sentiero si arriva a Tufo Alto.

Pernotto suggerito al B&B Il Sogno nel Vento.

TERZA TAPPA TUFO DI CARSOLI – COLLALTO SABINO

La giornata inizia nel migliore dei modi con una ricca colazione sulla terrazza del @ilsognonelvento
Durante la notte la temperatura è scesa sotto lo zero e il sole impiega un po’ a scaldare l’aria. L’uscita da Tufo è in salita dentro un bosco di querce ma lo sforzo è ripagato dalla vista sul borgo. Un breve tratto di asfalto poco trafficato mi porta fino a Nespolo. Un lupo di legno ululante mi indica la via del centro storico ben conservato e con gli odori del pranzo di Pasquetta nell’aria. Quindi una ripida discesa fino al fondovalle dove due ponti di legno mi fanno attraversare e camminare su entrambe le sponde del torrente. Un ultimo sforzo per salire fino a Collalto Sabino: ho percorso poco più di 10 km.

Dal maschio del castello millenario intorno al quale il paese si è sviluppato si domina tutta la valle. La giornata limpida permette di vedere le cime innevate del Gran Sasso e del Velino, che fa da sfondo alle discussioni degli anziani nativi. Concludo con un tramonto memorabile è una cena da leccarsi i baffi preparata dalle anime femminili della proloco di @collaltosabino

QUARTA TAPPA COLLALTO SABINO – TURANIA

Lasciato alle spalle le mura di Collalto Sabino e il suo magnifico borgo, sono disceso tra boschi di castagno verso Poggio Cinolfo e di qui ho proseguito fino al fondovalle dove scorre il fiume Turano. Dopo un breve tratto asfaltato di una strada secondaria e alberata, sono salito al borgo di Turania.

Un veloce pranzo all’ @agriturismoferramosca – ottime le verdure del loro orto e il pomodoro di riso – e poi un pomeriggio di lavoro nel verde silenzio dei boschi. Oggi giornata di tanto Smartworking e poco smartwalking: appena una decina di chilometri percorsi in poco più di due ore. In ogni caso il mio work life balance è decisamente migliorato.

 

QUINTA TAPPA TURANIA – ARSOLI

Una giornata caratterizzata dagli incontri, tantissimi e ricchi di umanità, spalmati sui 20 km che da Turania mi hanno portato ad Arsoli.
Con Alessandro e Orlando, due delle anime del Cammino di San Pietro Eremita andiamo di prima mattina a casa di Pietro Petrucci. Tra l’odore bollente del caffè e del caminetto srotola decine di alberi genealogici delle famiglie di Turania, di cui è indiscussa memoria storica.

Nei pressi di Vivaro Romano incontriamo diversi paesani intenti alla raccolta di erbe e verdure: qui è un’attività che fanno in molti, sia per passare il tempo sia per cucinare.

Il cammino ha unito anche paesi normalmente rivali tra loro. Una rappresentanza di Vallinfreda a Riofreddo mi accompagna nel tragitto tra i due borghi. Roberto, Cristian, Emanuele, Giorgio, Luca, Jacopo e Peppe sono giovani che resistono.
Peppe in realtà ha 60 anni ma l’aspetto di un brigante lo rende senza età. Ambientalista convinto, è la guida di tutti.
Jacopo da Riofreddo è un’enciclopedia del territorio. Rimango sbalordito quando, dopo aver snocciolato nomi e fatti, mi dice di avere 15 anni!
Di fronte alla Chiesa dell’Annunziata di Riofreddo – eretta nel 1422 e con all’interno affreschi da lasciare senza parole – ci aspetta Lidia De Santis, anima della @lacucinadirio
Tra un esilarante barzelletta e l’altra rifocilla il gruppo – a cui si sono unite altre due anime del cammino, Angela e Marta – con squisiti piatti locali.
Ad Arsoli, che Pirandello definì la piccola Parigi, mi accoglie Chiara che da 15 anni è alla guida della proloco che tiene vive le tradizioni locali.

SESTA TAPPA ARSOLI – ROCCA DI BOTTE

La sesta tappa riporta a Rocca di Botte, il paese di partenza ed è quindi l’ultima dell’anello dell’evangelizzazione. Dopo aver lasciato alle spalle il castello che domina l’affascinante borgo di Arsoli, prendo la provinciale per Cervara di Roma seguendo le indicazioni bianche-azzurre del CSPE.

Dopo una paio di km su asfalto imbocco un sentiero che sale a sinistra: è una bella salita fino al borgo di Oricola. Una veloce visita al borgo – anche per godere della vista sulla valle che ho percorso – ed esco dal paese in direzione del cimitero su strada asfaltata. Si supera e seguendo la segnaletica si percorre il sentiero che mi fa entrare dopo circa 1 Km nel Parco Regionale dei Monti Simbruini. Si sale fino a quasi 1000 metri fino ad una sella molto ventosa, dove parte una carrareccia che scende fino a Rocca di Botte dove si conclude il mio cammino.

Giovanni mi apre le porte del suo B&B Le Calecatine dove incontro anche il padre Fernando, sindaco del paese. Davanti al fuoco del camino le rughe di questo ottantaduenne diventano pagine di storia e le parole una macchina del tempo. L’altrui commozione diventa la mia quando mi dice di essere riuscito a riportare per un giorno – dopo 1000 anni!! – le spoglie del Santo da Trevi nel Lazio alla casa natia di San Pietro, a Rocca di Botte.