Sta sera mi vien in mente il vallone di Assedrass. Sarà il genepy appena sorseggiato?
Può essere… è solo una delle tante avventure vissute insieme a Erne
Due giorni semplici e magnifici al cospetto di sua maestà la Nasta.
Ricordo che dopo esser partiti da Genova di notte alla volta del Piemonte, scalammo il torrione Querzola.
Una bella vietta dal piacevole nome: Uccello di fuoco
Il ritorno fu repentino in fuga dalla tempesta e un cielo magnanimo e schiarito, ci diede il tempo di goderci meritate birre al rifugio.
Si dice che il tempo cambi veloce in montagna, ma non è vero: semplicemente non si ha visuale e quindi non si possiede la percezione delle perturbazioni in arrivo, facilmente individuabili in basso e ben prevedibili mediante rilevamento della pressione atmosferica.
Il giorno seguente altra vietta, forse leggermente più facile, ma più ruspante….
Punta De Cessole, in onore del ginevrino mecentate del picco inaccessibile, il Corno Stella.
Via Adrien le Grand Chef.
In su, tutto bene…
In cima incontrammo due francesi e decidemmo di unire le forze facendo le doppie insieme. La coppia di cugini aveva una fettuccia bellissima e io scherzosamente li minacciai di dimenticarmela alla sosta in fase di calata, cioè scendendo dalla montagna… La sosta era ovviamente la tasca dei miei pantaloni in realtà! Il francese più sveglio mi disse ghignando che lui allora si sarebbe dimenticato di noi dopo aver ritirato la corda, lasciandoci appesi a un chiodo in mezzo al mare di roccia.
“E se ti chiedono dove siamo?”
“Indico lassù!”
Ci facemmo una risata e per l’aiuto che gli demmo in discesa ci promisero due birre al rifugio… altre due…
Devo ancora vederle ora: forse facevo bene a dimenticare la fettuccia!
Che giorni magnifici a navigare per aria su oceani di pietra come vele.