Lo staff di Mountain Blog, sempre attento a tutto ciò che alberga sotto al nome “montagna”, ha presentato vari protagonisti che in sé incarnano davvero ogni angolo o particolare delle attuali discipline outdoor in evoluzione. Forse, proprio per questo, ci si è quasi scordati dell’antico alpinismo, quello più chiaro ai più, quello che salta in mente ai non specialisti quando inquadrano la tradizione delle alte quote.
Abbiamo perciò pensato d’intervistare un protagonista di quell’antica scuola applicata ai giorni d’oggi, che fa dell’alpinismo la sua vocazione da diecine di anni, senza mai perdere la passione iniziale e l’entusiasmo che si trova solo negli occhi dei bambini.
Oggi parliamo con Federico Sette, leva ’73, “Fed7” per i montagnardi del nord ovest, “Torakiki” per pochi amici.
Nato ad Alessandria e vissuto nell’antimetropoli Quargnento, nonostante la relativamente giovane età, ha ripetuto una quantità di vie impressionante in tutto l’arco alpino, avviando alla disciplina centinaia di ragazzi.
Oltre ad insegnare a scalare è membro attivo del soccorso alpino, un punto di riferimento per molti nell’area alessandrina del Piemonte, non tanto per l’abilità o per l’eplorazione, ma piuttosto per il cuore che accompagna il suo andar per monti, che contagia chiunque lo conosca.
Da quando vai in montagna?
Boh? Da sempre …. son stato portato in val d’Ayas che non avevo ancora un anno
Come hai iniziato?
Ho iniziato facendo escursionismo coi miei genitori e con mi zio
Da quanto scali su roccia?
In maniera “goliardica” da sempre … ogni masso che incontravo era mio …in maniera “alpinistica” dal 1988
Ricordi la prima volta che hai arrampicato?
Certo …. Dolomiti, zona Roda de Vael, via facile facile … scarponi in cuoio (mezzalama) e corda di canapa …. so che all’epoca c’era già attrezzatura migliore, ma era quello che avevamo.
Da quanto scali su ghiaccio?
Circa 19 anni.
Come hai iniziato?
Naturale evoluzione … escursionismo » alpinismo » roccia » ghiaccio
Che cos’è la scuola Alphard?
È una delle scuole di alpinismo del CAI. È la scuola di alpinismo dei CAI della provincia di Alessandria. Infatti è “Scuola Intersezionale di Alpinismo e Scialpinismo ALPHARD”. Un organo che all’interno dei Club Alpini si occupa di formare cercando di trasmettere l’amore della montagna attraverso l’alpinismo, lo scialpinismo e tutte le altre discipline.
Perché si chiama così?
È il nome della stella più luminosa della costellazione dell’Idra
Da quando insegni?
La scuola è nata nel 1993. Ho fatto il corso nel 1996. Nel 1997 c’è stato un corso avanzato che non ho seguito. Durante la riunione di fine anno è stata proposta la mia candidatura che è stata accettata.
Sei anche nel soccorso: perché?
Gli amici dicono che sono affetto dalla “sindrome del buon Samaritano” …. cioè non posso esimermi dall’aiutare chi è in difficoltà. È più forte di me.
Lo facevo già prima di entrare nel soccorso.
Quale impegno consegue?
Alcune esercitazioni durante l’anno e qualche intervento (il più delle volte notturno)
Da qualche anno è stato introdotto anche una verifica denominata OSA (Operatore di Soccorso Alpino).
Dove operi?
Sono assegnato “d’ufficio” alla stazione di Acqui Terme ma opero su tutto il territorio della provincia di Alessandria.
Cosa significa oggi esser nel soccorso alpino?
Essere volontario del soccorso alpino significa essere professionisti in un ambito di volontariato. Essere pronti ad interventi notturni su terreni disagiati. Significa portare soccorso a chi si trova in difficoltà, in posti dove non tutti possono portare l’aiuto necessario.
Quanto ti alleni e quanto e come ti sei allenato al massimo?
A dire il vero negli ultimi anni mi sto allenando poco o niente.Vado due sere a settimana a “giocare” sulla resina. Più per scaricare lo stress accumulato che per allenarmi, ma tant’è tutto fa;)
Saranno 5 anni che non vado più a correre, ma prima o poi ricomincio 😉 Nonostante tutto l’allenamento per fare qualche migliaio di metri di dislivello, per scalare sul V o per scalare su ghiaccio c’è sempre. Al massimo? Fine anni 90 e poco oltre … corsa, pan gullich, ecc…. oggi non ho più voglia e tempo.
Quali sono le tue più grandi ascensioni?
Cresta Signal, Nord Gran Paradiso, Tieffenmatten, ecc…
Quali quelle che ricordi con più gioia?
Biancardi al Mongiorie in invernale col mitico Zazza
Quali quelle di cui hai nostalgia?
Est del Monte Sarezza con mio zio.
Qual è o chi è il tuo più grande mito?
Sicuramente mio zio!
Come ha influenzato la tua opera?
Mi ha influenzato …. o per meglio dire, ha dato una direzione … a tutta la mia vita.
Non mi ha insegnato, solo, ad andar per monti, mi ha insegnato ad “usare la testa” a “vivere”.
La montagna è il tuo mestiere?
Ma assolutamente no.
Pensi che la montagna possa essere un elemento aggregante per le persone?
No!
Primo perché dipende dalle persone. Se le persone in questione sono poco propense all’aggregazione dubito che cambino in montagna.
Secondo perché la montagna non migliora ne peggiora … al limite enfatizza.
Poi, montagna … in che senso?
Montagna vissuta come gita escursionistica? O come salita alpinistica? Nel primo caso ci sono più occasioni, nel secondo il più delle volte ci si isola in se stessi per affrontare meglio le difficoltà.
La montagna è scuola di vita?
Per me lo è stata.
Molte persone sostengono che l’arrampicata può generare turismo ecocompatibile tu che ne pensi?
Ad essere onesto non ci ho mai pensato quindi non ho un mio pensiero su questo argomento. Boh? Può anche darsi …. certamente l’impatto di un rifugetto con annessa falesia non è paragonabile ad un impianto a fune o ad un toboga estivo.
Cosa pensi delle correnti TRAD che si stanno sviluppando molto ultimamente?
Mi sa tanto di moda. Chi fa e ha sempre fatto alpinismo il problema non se l’è mai posto. Diciamo che avendo raggiunto livelli altissimi in arrampicata per andare avanti si è fatto un passo indietro a livello “protezioni”. Non più fisse ma messe da chi scala.
Cosa diresti ad un ragazzo che inizia a fare arrampicata?
“scala prima con la testa poi coi muscoli!”
E se inizia a fare alpinismo?
“scala prima col cuore, poi con la testa e infine coi muscoli!”
Quali sono i tuoi futuri progetti?
Mai avuto progetti, mai fatto programmi …. mi guardo attorno, mi ascolto e poi decido.
Com’è Federico nella vita di tutti i giorni?
Lavoro ovviamente. Ho una ditta che si occupa di informatica, mi piace dire “in senso lato”. Nel senso che oggi faccio il sistemista, domani il consulente, dopodomani programmo e sviluppo un sito, ecc..
Sono consulente e sistemista per l’Istituto Vendite Giudiziarie. Ho server sparsi in tre regioni.
Anni fa mi chiesero, “che fai nella vita?”, io risposi: “gioco, continuo a giocare”
Qual è il futuro della montagna?
Lei è sempre li. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. Siamo noi che l’abbiamo elevata a “giocattolo”. Alcuni passano tra le sue pieghe in maniera educata e discreta, altri no.
A volte mi viene da pensare che visto come la trattiamo abbia poco futuro!
Però essendo un inguaribile ottimista mi dico che alla fine vincerà lei.
Intervista di Christian Roccati
www.christian-roccati.com
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