ALLA SOSAT, TERZO APPUNTAMENTO CON I PROTAGONISTI DELL’ALPINISMO:

Mariano Frizzera e Paolo Leoni al Bivacco Zeni in Vallaccia. Foto archivio Alessandro Beber/DoloMitiche

MARIANO FRIZZERA E PAOLO LEONI

Terza “Serata con l’ospite” quella in programma mercoledì 11 febbraio, con inizio alle 20.45, nella sede della Sosat in via Malpaga n°17 a Trento.

Gli ospiti questa volta saranno due: Mariano Frizzera e Paolo Leoni. I due alpinisti roveretani, racconteranno il loro modo di scalare e ricorderanno il loro grande amico Graziano Maffei detto Feo.

Graziano, Mariano e Paolo hanno scritto assieme, con le loro scalate tra le più belle pagine dell’alpinismo dolomitico. Uomini semplici dotati di straordinarie doti alpinistiche, che negli anni 60-70-80 del secolo scorso, hanno segnato un’epoca arrampicando con uno stile che li ha fatti diventare un punto di riferimento importante per il mondo della montagna, non solo trentino.

Mariano Frizzera è del 1939, mentre Paolo Leoni è del 1942. Anche Graziano Maffei era del 1939 e formava con l’amico Mariano una cordata particolarmente affiatata. Graziano se n’è andato ai piedi della Marmolada, una montagna che i tre alpinisti roveretani hanno scalato più volte. Era l’estate del 1994, quando al rientro da una salita sulla nord della Marmolada, Graziano per gli amici Feo, cadde in un crepaccio e perí.

Il Feo, lo stile e la filosofia di questi alpinisti sarà il tema della serata della Sezione Operaia della Sat. “Nel 2010 – dice Luciano Ferrari presidente della Sosat – consegnammo a Mariano Frizzera il “Chiodo d’Oro” il riconoscimento che la Sosat assegna ogni anno, nell’ambito del Trento FilmFestival ad un alpinista trentino, che ha lasciato una traccia importante con il suo modo vivere la montagna. Un uomo dallo stile unico, un maestro di vita, che ha diviso con Paolo Leoni e con il compianto Graziano Maffei momenti degni di far parte della storia dell’alpinismo, non solo per il valore delle loro imprese, ma per il modo con il quale hanno vissuto e vivono la montagna. Questi uomini hanno sempre concepito l’alpinismo come passione, dedicandovi nei momenti lasciati liberi dalla famiglia e dal lavoro, senza allenamenti specifici né altri obiettivi all’infuori di un grande amore per la natura e per le scalate. Alla Sosat faremo un incontro in amicizia, quasi fossimo in un rifugio a parlare di montagna.”

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