Nell’intervista audio pubblicata ieri Simone Moro ci ha raccontato delle difficoltà insite nell’affrontare una prima invernale in Himalaya: difficoltà innanzitutto logistiche, dovute al fatto che in questo periodo dell’anno non ci sono portatori disponibili per trasportare i materiali della spedizione al campo base.
Di fronte a queste difficoltà gli alpinisti di punta adottano diverse strategie: c’è chi comunque cerca di organizzarsi con gli sherpa – salvo il fatto di rischiare di vedersi abbandonato sul più bello! – e chi anticipa il trasporto dei materiali in autunno; c’è anche chi decide – come quest’anno Moro nella sua prossima spedizione al GII – di puntare sull’elicottero, convinto che alla fine l’aumento di spesa sia compensato dai minori imprevisti.
Per approfondire l’argomento vi proponiamo la traduzione di un’intervista agli alpinisti Gerfried Göschl e Louis Rousseau recentemente pubblicata dal sito Explorersweb: Göschl e Rousseau tenteranno questo inverno la salita al Hidden Peak (GI) in Karakorum.
Ecco per punti gli aspetti salienti nella preparazione di una invernale in Himalaya secondo Göschl e Rousseau:
1. preparare una “lista senza fine”: le spedizioni invernali sono molto più impegnative da organizzare; ci sono così tante cose da tenere presenti fin dalla partenza, tanto che il tutto diventa un continuo “problem solving”; è per questo che tra di noi la lista delle cose da fare è stata soprannominata “la famosa lista senza fine”!
2. inviare i portatori in anticipo in autunno o… vincere la lotteria: un altro problema è rappresentato dal fatto di dover inviare i portatori al Campo Base al più tardi entro la fine di settembre, o perlomeno questo è da fare se si vogliono dormire sonni tranquilli; si tratta di trasportare materiali fondamentali come cibo, carburante, corde, attrezzatura; i portatori non sono in grado di raggiungere il Campo Base in inverno e spedire tutto in elicottero può costare fino a 40.000 dollari: troppo per una brigata di scalatori come noi che se la deve cavare con un budget limitato!
3. trovarsi un secondo lavoro… oppure un buono sponsor: per essere in grado di inviare la carovana dei portatori in autunno, è necessario reperire tutta l’attrezzatura con molti mesi di anticipo, e questo significa un’ulteriore spesa di tempo e denaro…; una soluzione possibile è quella di trovare un buono sponsor per l’equipaggiamento; tutti gli himalaisti sanno bene che al giorno d’oggi occuparsi degli sponsor è diventato un lavoro a tempo pieno…
4. aspettarsi l’imprevisto…: noi ad esempio – nella spedizione al GI – abbiamo avuto problemi con il carico proveniente dal Canada e dalla Spagna, e dell’attrezzatura importante non ha raggiunto Islamabad prima di metà ottobre; nel frattempo, una nevicata inattesa sul Baltoro ha rallentato il percorso dei nostri portatori; pur aumentando considerevolmente la loro paga, è stato molto difficile trovare portatori disposti ad affrontare un cammino nella neve fino al Campo Base posto a 5.100 metri.
Continua: arrivederci a presto con l’intervista a Göschl e Rousseau!
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