Proseguiamo con il racconto di Göschl e Rousseau sulle strategie che stanno adottando nella preparazione alla loro prossima spedizione in invernale sul Gasherbrum I (fonte: Explorersweb).
5. “Quando perdi qualcosa non è necessariamente un cattivo segno, può essere un segnale forte che ti aiuterà a deciderti di proteggere ciò che è veramente cruciale” (Muhammad Ali, direttore di Adventure Pakistan): nel trasporto dei materiali della nostra spedizione una grossa frana di roccia ha colpito la nostra carovana di roccia; fortunatamente nessun portatore ha riportato ferite, ma abbiamo perso 15 fusti di equipaggiamento; il nostro agente Muhammad Ali, di Adventure Pakistan, ha insistito nel proseguire “fino alla morte”: i suoi esperti uomini hanno lavorato duro e con grande coraggio, riuscendo a portare 130 carichi fino al Campo Base; fortunatamente nell’incidente abbiamo perso solo del cibo, la tenda-cucina e delle corde, tutto materiale che è stato prontamente sostituito da Ali; praticamente tutto il carico si è salvato e ci attende ora in un luogo deserto e ghiacciato alla base del Gasherbrum I; ci è andata bene, siamo immensamente grati e lo saremo sempre a tutto lo staff Adventure Pakistan per il loro incredibile coraggio e la loro professionalità!
6. E’ meglio portare con voi degli alpinisti saggi che hanno condiviso con voi l’idea folle di questa spedizione fin dall’inizio: noi all’inizio eravamo solo in tre, Louis, Alex e Gerfried; ma la situazione è cambiata in meglio fin da settembre, quando il polacco-canadese Jacques Olek e il suo amico Pierre Masson hanno voluto unirsi a noi per fermarsi a coordinare il Campo Base; Jacques è un veterano delle spedizioni invernali in Himalaya ed è stato per lungo tempo il compagno di spedizione di Andrzej Zawada (l’iniziatore delle prime spedizioni invernali dei polacchi, compresa quella vincente sull’Everest da parte di Wielicki e Cichy); Jacques è stato già cinque volte in Karakorum e Himalaya durante l’inverno e ha fatto parte di numerose spedizioni invernali polacche (tra cui la prima invernale al Cho Oyu e il primo tentativo invernale al K2 nel 1998/99; ci sta aiutando moltissimo in tante cose a cui non avremmo mai pensato; Jacques e Pierre ci hanno posto ua sola condizione: non vogliono assolutamente raggiungere il CB in elicottero, vogliono attraversare il Baltoro a piedi in un vero e proprio trekking invernale!
Successivamente si è aggiunto a noi anche Roberto “Gorri” Rojo: ha scalato gli 8.000 fin dal 2006, compresi il Makalu e il Nanga Parbat, ed ora è pronto per fare qualcosa di più.
7. Preparare sempre “un posto in più a tavola”: l’ultimo miracolo ci è accaduto due settimane fa, quando abbimao ricevuto una lettera inattesa da Don Bowie. Gli avevamo acennato della nostra spedizione, ma dopo la sua conquista del GI l’ultima estate non ci aspettavamo un interesse da parte sua; ed invece la lettera confermava la sua partecipazione, e subito lo abbiamo coinvolto nei preparativi; Don ci sarà di grande aiuto: è stato protagonista di molte interessanti salite, tra cui un tentativo invernale al Broad Peak con il polacco Artur Hajzer due anni fa; oltre al GI, ha raggiunto il K2 nel 2007; abbiamo un grande rispetto per la sua decisione di venire con noi, nonostante abbia già salito il GI: Don ha la nostra stessa filosofia, che consiste nel non voler collezionare 8.000, ma piuttosto condividere grandi avventure che ci uniscono gli uni con gli altri; una di queste sta cominciando proprio in queste settimane!
8. infine, lavorare duro per risolvere numerosi problemi: la fortuna vi arriderà e sarete sempre più ansiosi di cominciare l’avventura!
Tutti ci aspettiamo grandi momenti da questa prossima spedizione invernale al Hidden Peak (GI). Siamo ottimisti per il successo della spedizione, anche grazie al valore di questo team internazionale che si è formato. Speriamo di potervi raccontare in futuro di altri miracoli!
Louis Rousseau, 33 anni, vive in Quebec, Canada. Appartiene al team canadese di atleti The North Face. Nel 2007 ha raggiunto il Broad Peak ed è salito fino a quota 7.300 sul K”. Nel 2009 – con Gerfried Göschl, Sepp Bachmair, Hans Goger, e Günther Unterberger – ha aperto una nuova via sul Nanga Parbat (8.125) in stile alpino, e ha fatto 2 tentativi al K2 (7,800m e 8,300m) nella stessa stagione.
Gerfried Göschl, 38 anni, vive a Liezen, nella regione austriaca della Stiria, con sua moglie e due bambini. Ha organizzato e condotto numerose importanti spedizioni per il Club Alpino Austriaco (OeAV), e prima di incontare Louis ha raggiunto il Cho oyu, il GII, lo Shisha Pangma e l’Everest, sempre senza portatori e senza bombole d’ossigeno.
Dal 2007, Louis è costantemente suo compagno di spedizione e insieme hanno vissuto grandi avventure sul K2 nel 2007 e nel 2009 (arrivando fino a quota 8300), e raggiungendo il Broad Peak e il Nanga Parbat.
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