Nell’ultimo weekend di luglio si assegneranno i titoli continentali 2013 di specialità sul tracciato della Trans D’Havet; una gara relativamente giovane ma che, con i suoi 80km e 5500 m di dislivello positivo, ben declina la sempre maggior voglia di lunghe distanze dei “corridori del cielo”.
«La Trans D’Havet nasce ufficialmente nel 2011 da un giro che avevo usato come tour di preparazione in vista del UTMB – ha esordito il presidente del comitato organizzatore Enrico Pollini -. Lo scorso anno abbiamo assegnato i titoli tricolori IUTA e per l’edizione 2013 una serie di coincidenze favorevoli ci hanno permesso di provare a rimetterci in gioco in questa ancora più accattivante scommessa».
Una scelta, quella della ISF non certo causale: «Organizzativamente siamo giovani, ma sull’esperienza maturata all’Ultrabericus, alla Trans D’Havet vi sono degli accorgimenti logistici su piani di sicurezza, servizi, ristori, comunicazione… che in Italia si vedono in ben pochi trail – ha continuato Pollini -. Come se non bastasse, oltre alla bellezza del paesaggio e alla tecnicità del percorso, si unisce la vicinanza in calendario con la Dolomites SkyRace che permetterà a diversi top runner europei e d’oltreoceano di restare in zona per correre entrambe le gare. Insomma, questa settimana continentale sarà una sorta di prova generale organizzativa in vista dei mondiali 2014 di Chamonix».
Focalizzando l’attenzione sulla due giorni di fine luglio, Pollini ha concluso: «Le due gare vere saranno quella di campionato europeo da 80km (5500D+) e la mezza da 40km (2500 D+), Ci tengo a precisare che la ultra sarà comunque prova open vale a dire che tutti potranno mettersi in gioco e correre spalla, spalla con il gotha europeo della specialità. Bisogna inoltre dire che rispetto allo scorso anno i cancelli sono lievemente più alti per dare la possibilità ad un maggiore numero di atleti di provare portare a termine questa splendida cavalcata disegnata sulle Piccole Dolomiti».
La gara principe (80 km, 550 m D+), si sviluppa su un percorso spettacolare che si snoda sulle Piccole Dolomiti a cavallo tra il Veneto e il Trentino Alto Adige, sul massiccio del Pasubio e nel gruppo del Carega. Montagne che sono state teatro di imprese epiche dove si sono scritte le pagine più cruente della prima guerra mondiale. Il tracciato della Trans d’Havet ripercorre quei sentieri che, oltre a rappresentare delle grandi opere ingegneristiche, si snodano in zone dichiarate sacre.
Si parte subito forte, 1000 m di dislivello nella prima ascesa che da Piovene Rocchette porta al Monte Summano, da cui segue una breve discesa al Colletto di Velo per riprendere nuovamente la salita che conduce al Forte Rione sul Monte Novegno dal quale si ridiscende velocemente attraverso il Monte Alba per raggiungere il Passo Xomo.
Saranno stati percorsi 30 km gran parte dei quali con la luce della pila frontale. Dal Rifugio Passo Xomo inizia la salita lungo la strada delle 52 gallerie, il tratto più suggestivo che gli atleti percorreranno con le prime luci dell’alba in un ambiente strepitoso, con il passaggio sommitale al Rifugio Achille Papa dal quale si imboccherà la strada degli eroi con l’attraversamento della galleria intitolata al generale Giuseppe d’Havet, fondatore del genio militare.
La discesa su strada bianca termina al Passo Pian delle Fugazze, a questo punto gli atleti si troveranno esattamente a metà percorso, da qui prenderà il via la marathon. Si riprende quindi a salire con il passaggio sul Monte Cornetto, poi saliscendi e passaggio al Passo di Campogrosso che segna l’inizio dell’ascesa verso i 2238 metri del Rifugio Fraccaroli posto a Cima Carega.
Questo rappresenta il tratto più impegnativo, una salita di 800 metri tra ghiaioni e pareti verticali, ambiente di una bellezza straordinaria che saprà alleviare la fatica ai concorrenti. Mancano esattamente 25 km al traguardo di Valdagno, ma attenzione che se dal profilo altimetrico sembra quasi tutta discesa, in realtà dal Rifugio Scalorbi a Cima Marana si devono affrontare 12 km di saliscendi che a questo punto della gara risulteranno determinanti. Giunti a Cima Marana rimane da affrontare l’ultimo tratto di 10 km interamente di discesa per tagliare il meritato traguardo di Valdagno. 80 km, 5500 metri di dislivello positivo, un viaggio tra fatica ed emozioni: alla Trans d’Havet si corre per non dimenticare.
Info: www.transdhavet.it
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