È stata un successo la Ski Alp Race Dolomiti di Brenta a Madonna di Campiglio, come era nelle previsioni.
La gara di Coppa del Mondo, severa, tecnica e selettiva, ha visto trionfare lo svizzero Frorent Troillet, indiscusso protagonista di giornata sempre al comando dal primo all’ultimo metro, un’autentica lepre, imprendibile anche perché la posta in palio era alta, anzi altissima, con i punti della Coppa del Mondo ed un montepremi eccezionale. Così lo svizzero se n’è tornato a casa, felice e sorpreso, con una Fiat Panda ed un ulteriore premio di 1.500 Euro.
Altrettanto è successo nella gara femminile, con la bormina Roberta Pedranzini che finalmente ha rotto l’incantesimo della gara campigliana, che non era mai riuscita a vincere. La Pedranzini ha inserito la marcia veloce fin dal via e per le avversarie non c’è stato nulla da fare.
Gara partita in perfetto orario dal rifugio Boch, cielo sereno, ma all’orizzonte il Grostè sembrava imbronciato ed avvolto dalla classica nuvola fantozziana.
Troillet si è messo subito alla testa del gruppone di Coppa del Mondo, ma dopo le prime “falcate” in testa le carte si sono rimescolate, è stato però sulla salita vera e propria del Grostè che Troillet, dopo aver saggiato la reazione del leader di Coppa Jornet Burgada, in giornata no, ha inserito il turbo. Lo svizzero aveva proprio la classica marcia in più. Jornet Burgada, a lungo secondo sulla salita, ha “frenato” l’entusiasmo di Eydallin, Bon Mardion, Blanc, Reichegger, Lenzi, Lanfranchi, Anthamatten e dello spagnolo Pinsach.
Tutti in fila indiana ad affrontare le 50 terribili inversioni che hanno portato la gara in quota sul Grostè. Al primo cambio pelli, prima di affrontare la vertiginosa discesa dal Campaniletto dei Camosci, Troillet aveva già una manciata di secondi su Eydallin, Blanc, Bon Mardion, Jornet Burgada e quindi l’atteso Reichegger. Troillet in discesa si è buttato a pesce lungo un canalone ripido e ghiacciato, roba da km lanciato. È stato ancora una volta il primo a raggiungere il cambio pelli sul sentiero di Vallesinella, e primo ad affrontare la successiva salita, sempre con quel margine di metri sufficiente per proteggerlo da qualsiasi attacco. In discesa Eydallin ha ceduto a Bon Mardion, ex nazionale di discesa libera, ma il transalpino ha mostrato i denti anche in salita. La gara si è concentrata proprio su questi tre, gli altri non sono mai entrati nella lotta per il podio, neppure per il resto della gara.
Dietro si formava un altro trenino con Reichegger a dettare il ritmo, con Blanc e Anthamatten agganciati virtualmente all’altoatesino.
La gara prima di approdare al Castello di Vallesinella prevedeva anche due ripidi tratti a piedi con gli sci sullo zaino, tratti molto tecnici ma che per i primi non hanno cambiato la situazione. Neppure nella seconda discesa da capogiro la situazione mutava, e i due gruppetti si presentavano alla successiva salita che traghettava la gara a Passo Grostè.
E li il ritmo di Troillet subiva un nuovo aumento, con Bon Mardion incapace di ricucire lo strappo e con Eydallin ormai rassegnato al ruolo di …terzo incomodo, del resto reggere il ritmo dei due di testa significava sprecare un sacco di energie e, dietro, Reichegger non era certo vicino. Semmai ci si poteva aspettare il classico gioco di squadra, Eydallin e Reichegger sono entrambi portacolori del CS Esercito, ma non è stato così.
Sul traguardo, dopo 18,5 Km e 1835 metri di dislivello, era Florent Troillet a tagliare il traguardo per primo dopo 1h50’14” poi staccato (1h51’26”) arrivava Bon Mardion e quindi Eydallin. Grazie al quarto posto, difeso con i denti, Reichegger è balzato in testa alla classifica di Coppa del Mondo “overall”, grazie soprattutto alla giornata da dimenticare di Kilian Jornet Burgada, finito 12°, il quale si è in ogni caso assicurato la “Coppa” individuale, cioè la graduatoria che non tiene conto dei risultati delle gare a squadre.
Poi dietro si sono susseguiti gli arrivi con gli attivi Anthamatten, Blanc, Ecoeur ed un convincente Lanfranchi. Fra gli azzurri positiva anche la gara di Pedrini, 10°, seguito da Follador il quale si è permesso il lusso di mettersi dietro il campione del mondo (e non solo di ski alp) Kilian Jornet Burgada. Partito molto forte, è finito attardato invece Damiano Lenzi.
La gara delle donne è vissuta sul confronto a distanza tra la lombarda Roberta Pedranzini e Mireia Mirò, ma la Pedranzini ha saputo tenere sempre a debita distanza la spagnola. Era partita molto tesa, pur col ruolo di leader la bormina che alla Ski Alp Race Dolomiti di Brenta non era mai riuscita a vincere, cedendo per due volte in Coppa del Mondo alla francese Roux.
La gara, davvero selettiva, ha visto sempre al comando la Pedranzini, in salita ed in discesa, dove ha temuto il recupero della Mirò: “In discesa mi sono lanciata velocissima, sentivo sbattere gli sci sul ghiaccio, ero preoccupata, ma non ho mai mollato un momento” ha detto felicissima a fine gara.
Nulla da fare per la spagnola che ha fatto un balzo in Coppa del Mondo, complice la defaillance dell’andorrana Dusatoir (7.a).
Con la vittoria di oggi Roberta Pedranzini ha agguantato la Coppa del Mondo individuale, per quella assoluta deve attendere ancora una prova, ma per lei è pronto un bel bis.
Terza sul traguardo di Campiglio la francese Laetitia Roux che quest’anno ha puntato al Mondiale (vincendolo), mentre quarta è l’altra bormina Francesca Martinelli, seconda in Coppa del Mondo.
La Ski Alp Race trentina vedeva in gara anche le categorie giovanili. Successi tra gli junior per i valtellinesi Michele Boscacci e Robert Antonioli e tra le ragazze per la svizzera Fiechter.Tra i cadetti invece vittorie del tedesco Palzer e dell’italiana Silvia Piccagnoni.
Con la Ski Alp Race Dolomiti di Brenta si chiude anche la Coppa Dolomiti, per lo Sporting Club Campiglio invece un nuovo successo organizzativo.
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