Intervista di Andrea Bianchi
Riprese video e montaggio: Andrea Monticelli
In una speciale serata dedicata a Fosco Maraini, in programma al 67° Trento Film Festival, Marco Albino Ferrari, giornalista e scrittore, ha raccontato la lunga esperienza in montagna del celebre antropologo e alpinista fiorentino.
Spunto un libro, “Farfalle e ghiacciai”, appena uscito. Un volume che raccoglie gli scritti di Maraini fin dall’età giovanile: dalle sue prime avventure sulle Apuane fino all’Himalaya e al Giappone.
Ospite dell’evento, la moglie, Mieko Maraini. “Si sono conosciuti in una circostanza incredibile – dice Ferrari nell’intervista rilasciata a MountainBlog – In questa città di 11 milioni di abitanti, Tokyo, loro si sono conosciuti un giorno, in treno. Hanno preso il treno per andare a sciare … e non si sono più lasciati”.
Nel suo libro Maraini racconta “una montagna che esce dall’epoca d’oro dell’alpinismo – spiega Ferrari – e ci riporta con nostalgia ad un tempo che non potrà più ritornare… Lo sguardo di Maraini che emerge da questi racconti è uno sguardo soprattutto incantato, che guarda le montagne con la semplicità, la genuinità, il candore di un fanciullo di fronte a una meraviglia che non riesce quasi ad abbracciare, a capire… “
E conclude: “Lui era un vero esteta della scrittura, del racconto e le montagne trasfigurano dalle sue pagine come un’entità viva. E, ancor più viva oggi, osservata a decenni di distanza”.
Fosco Maraini: «Mi volto. Dinanzi a me, sopra di me, terribilmente addosso, vicinissimo e lontanissimo allo stesso tempo, il Kangchenjunga, una delle più alte montagne del mondo, scintilla nel sole, come un castello incantato d’argento e sostanze lunari» (“Farfalle e ghiacciai”. Hoepli, 2019 )