Cinquant’anni dopo la tragedia sul Nanga Parbat, nella quale perse la vita Günther Messner, il fratello Reinhold è tornato con il figlio Simon ai piedi dell’Ottomila per ricordare i tragici fatti. Il viaggio diventa anche occasione per i due per analizzare il loro rapporto padre-figlio.
Simon Messner racconta la loro esperienza nel docufilm “Traditional Alpinism“ (48 minuti), la prima pellicola non realizzata in cordata con il padre, ma da solo per raccontare – tra l’altro – Reinhold. Il 30enne segue le orme di suo padre non solo con i film di montagna, ma anche come alpinista. “Avrebbe preferito che facessi altro, proprio perché sa cosa significa arrampicare e quali sono i rischi”, dice Simon.
Il film è dedicato soprattutto all’alpinismo tradizionale, quello senza ‘trucchetti’, che lega i due Messner. Reinhold, il ‘re degli ottomila’, per aver scalato per primo tutte le 14 vette che superano questa quota e soprattutto per averlo fatto rigorosamente senza bombole d’ossigeno. Simon si dedica invece alle vette inviolate. Nel suo palmarès annovera già sei e settemila mai scalati prima. Il rapporto padre-figlio non è sempre facile, soprattutto se il genitore è una figura così ingombrante come lo è Reinhold. Sono comunque più le cose che legano i due di quelle che li separano. Simon seguirà le orme di suo padre non solo in montagna, ma anche come contadino.
Quest’inverno il 30enne e sua compagna Anna, entrambi microbiologhi, si trasferiranno da Innsbruck a Castel Juval, la dimora dei Messner in val Venosta, e gestiranno i due masi di famiglia. (Fonte)