La 18^ edizione del Trofeo Mezzalama è stata vinta dalla cordata franco-spagnola di Kilian Jornet Burgada, William Bon Mardion e Didier Blanc in 4h 33′ 58″, battendo quasi in volata, per soli 18 secondi rosicchiati nell’ultimo, breve tratto senza neve il terzetto dei lombardi Daniele Pedrini, Pietro Lanfranchi e del valdostano Alain Seletto. Sorprendenti terzi, al loro primo Mezzalama i giovani Michele Boscacci, valtellinese e “figlio d’arte”, Robert Antonioli con lo spagnolo Marc Pinsach Rubirola. E poi altre sei squadre al di sotto delle 5 ore, a conferma di una gara molto combattuta. Grossa delusione per la squadra degli alpini di Matteo Eydallin, Damiano Lenzi e Dennis Trento, tra i grandi favoriti, costretti al ritiro per crisi da freddo ancora prima del Castore.
Quella di oggi 1° maggio 2011, è stata l’edizione col maggior numero di concorrenti mai corsa fin’ora: erano 1080, ossia 360 cordate da tre elementi ciascuna; numerosi sono stati però anche i ritirati e squalificati per ritardo ai cancelli orari, segno di condizioni severe, più dure del solito.
Di otto edizioni della “moderna” maratona dei ghiacciai, che dal 1997 si corre ogni due anni da Cervinia a Gressoney attraverso la vetta del Castore e il Naso del Lyskamm sopra i quattromila sul massiccio del Monte Rosa, questa è probabilmente stata l’edizione più impegnativa, sia per gli atleti, sia per lo staff organizzatore. Nulla di strano per la storica “maratona dei ghiacciai” di scialpinismo fondata nel 1933, già celebre come la gara più alta delle Alpi che richiede a ogni atleta una solida esperienza di alpinista e altrettanta da sciatore. Ma questa volta più del solito si è fatto sentire il fattore climatico: freddo polare, acuito dal vento da nord.
“Direi che in alta quota avevamo dai 15 ai 20 gradi sottozero di freddo percepito, dice la guida alpina Adriano Favre, direttore tecnico che coordina la complessa macchina del Mezzalama. – Una condizione abbastanza normale in alta montagna a metà primavera, ma indubbiamente più severa di altre edizioni. Forse simile a quella del 2003.”
Netta e sorprendente la vittoria tra le donne della mammina valdostana Gloriana Pellissier, caporale degli alpini tornata alle gare dopo la seconda maternità, con le affiatate valtellinesi Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini nel tempo di 5h 28′ 36″. Le italiane hanno preceduto di 3 minuti e 25″ la squadra internazionale della francese Laetitia Roux, con la rivelazione spagnola Mireia Miro e la svizzera Nathalie Enzensperger. Con un abissale distacco di oltre un’ora sono terze Tatiana Locatelli, Laura Besseghini e Raffella Rossi con il tempo di 6h 33′ 50″.
Sul tempo dei primi di circa mezzora superiore al record fissato nel 2009 proprio dagli alpini Eydallin e Trento con Reichegger bisogna notare che il tracciato ha subito una sensibile variante sul Naso del Lyskamm, decisa da Favre, per far fronte alle peggiorate condizioni del passaggio tradizionale, ora divenuto un muro di ghiaccio. La variante di carattere alpinistico ha garantito la sicurezza in un punto chiave ed è stata accolta con vivo favore dagli atleti.
Anche grazie alla gratuità degli impianti di Cervinia e Gressoney la gara è stata seguita da un folto pubblico senza precedenti: quasi duemila spettatori tra Plateau Rosa e il Colle del Breithorn nella fase iniziale e moltissimi scialpianisti nella zona della Capanna Gnifetti a seguire la fase finale.
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